Riassunto esplicativo tratto dalla gazzetta della cinofilia di P.Dellatorre...
Il fallimento delle immissioni:
- Mancanza di una valutazione qualitativa e quantitativa degli areali idonei..
- Dispersione dei rilasci..
- Numero ridotto di animali rilasciati..
- Prelievo
- Aree di immissione di piccole dimensioni
- Mancanza di interventi di sostegno alle popolazioni reintrodotte..
Le cause del declino della starna:
- Modificazioni ambientali
- Modificazioni delle pratiche agricole
- Frammentazione dell'habitat idoneo
- Ripopolamenti con starne dell'europa orientale
- Ripopolamento con starne di allevamento non selezionate
- Pressione venatoria e prelievo
- Frammentazione delle popolazioni
Regioni con debole densità (qualche coppia su km 2)
.agricoltura intensiva
.ambiente misto
Regioni con forte densità ( decine di coppie su km 2)
.paesaggi agricoli più diversificati
.grano anche con agricoltura intensiva
Ai primi di maggio, è stato fatto un convegno sulla starna, su iniziativa della Federazione della Caccia della provincia di Alessandria e del Gruppo Cinofilo Alessandrino...
Non mancano iniziative da tante parti per la sua reintroduzione a scopo venatorio e ai fini cinofili, selvatico che per il cane da ferma rappresenta il selvatico di elezione..
Argomenti approfonditi da una documentazione di fatti e di dati che hanno esplorato tutta la conoscenza su questo selvatico, sugli ambiento dove era presente, sulle cause della sua progressiva diminuzione o scomparsa, sulle esperienze dedicate alla sua tutela e reintroduzione..
Ecco alcuni punti di primo interesse:
Il punto di partenza è che la starna ha una sua delicatezza biologica ed è vittima degli squilibri derivanti da fattori esterni..
La starna ha una vita media di non più di tre anni, facile immaginare che in così breve tempo alcuni fenomeni possano incidere sulla sua popolazione nel breve volgere di qualche stagione..
Gli animali da allevamento non possono far meglio di quelli selvatici..
Ogni qualvolta ci si trovi in presenza di un ceppo naturale di starne, è meglio assecondarne lo sviluppo attraverso l'ambiente o la difesa dai predatori piuttosto che integrarlo con l'impiego di animali da allevamento.
Questi, quando non vengono da un'accuratissima selezione, sono spesso portatori di germi che contaminano la resistenza di animale selvatici..
La starna ha una sua predilezione nel scegliere il territorio..
In Italia è stata la collina il suo habitat, tuttavia è sempre stata presente anche in pianura, quando erano associate condizioni favorevoli alla sua alimentazione e alla sua difesa..
Ci sono differenze ambientali dove la starna c'è ancora oggi, il fattore comune è un'agricoltura a coltivazioni diversificate e non fortemente estensive, che consentono una natirale alimentazione e garantiscono le più favorevoli condizioni per la cova e la difesa..
Inutile insistere a portare la starna dove non c'è mai stata, o dove non ci sono le condizioni per la sua sopravvivenza..
Il ripopolamento è un obbiettivo raggiungibile solo attraverso il rispetto di un programma e di una metodica rigorosa..
Tra i punti fondamentali:
La valutazione del territorio; l'impiego di animali di allevamento ben selezionati in perfette condizioni di salute; rigoroso controllo dei predatori; Presidi alimentari di supporto; evitare qualsiasi forma di prelievo...
Le difficoltà:
Riavere la starna è possibile, ma a prezzo di non lievi sacrifici...
Un'ambizione che comporta, oltre ai mezzi necessari, una cura e un impegno costante, quotidiano, che mai la deve abbandonare...
Piano di immissione in provincia di Piacenza:
2002
60 gruppi familiari-490 animali
2003
30 gruppi familiari-302 animali
2004
40 gruppi familiari-552 animali
2005
30 gruppi familiari-318 animali
2006
30 gruppi familiari-318 animali
2007
30 gruppi familiari-320 animali
2008
28 gruppi familiari-301 animali