Re: Addestramento e abitudini: rondini, allodole e uccelletti –
25/03/2009,15:45
Allora, non è tanto un fatto di "intelligenza" del cane, ma piuttosto di carattere e questo è dato sì su base genetica, ma soprattutto in base a come il cucciolo viene trattato nei primi 8 mesi di vita (e questo conferma il fatto che i vizi possono essere sempre corretti se si usano le giuste tecniche).
Il fatto che il cane venga detto "buono" se insegue le farfale o altri uccelletti è appunto un fatto legato al carattere: un cane che non se ne interessa è normalmente un cane che ha difficoltà a giocare e di conseguenza si potrà classificare lo stesso come più o meno "inibito"; dal momento che i cuccioli imparano a cacciare principalmente per gioco, è chiaro che avremo difficoltà a far abituare un cane inibito alla caccia, alla ferma, all'apporto ecc. e in più questo sarà più soggetto a temere gli spari. Al contrario, un cane che si interessa già da piccolo, sarà più incline poi a prendere la caccia seriamente con l'avanzare dei mesi (e con un buon trattamento da parte dei padroni). Per questo è estremamente importante, secondo il mio parere, far affezionare il cane fin dai primi mesi alla vista di qualsivoglia selvaggina e alle lunghe passeggiate nei boschi (anche se il cane ancora non cammina bene o resiste poco, non importa: lui sa quando fermarsi e l'importante è non costringerlo ad esempio quando si ferma, quando non vuole saltare un muro o quando non vuole avvicinarsi ad una preda ferita ecc): se il cane si affeziona al padrone (che deve essere uno) e alle cose che è abituato a fare con il padrone, non avrà poi problemi nell'abitudine alla caccia. Poi il fatto che si usino eccelletti o altre cose per allenare il cucciolo è abbastanza ininfluente: io alleno i miei cuccioli con le quaglie eppure nè io nè mio padre ne abbiamo mai scovata una in giornata di caccia...
L'unico modo per allungarsi la vita è vivere al meglio quella che ci è data.
Death is sure, Life is not.