La mia prima volta a ungulati ... –
23/12/2010,10:43
E' l'alba di domenica. Mi sveglio ripensando alla battuta del sabato pomeriggio dove ho visto un bel cinghiale che però è stato abbattuto dalla posta a fianco alla mia. Ma va bene lo stesso, visto e considerato che era la mia prima battuta, già averlo visto e aver avuto quasi la possibilità di sparagli, mi è stato detto che non è cosa da poco.
Comunque come dicevo, è l'alba di un nuovo giorno di caccia a questi splendidi animali. In poco tempo mi preparo e mi reco alla "baracca", dove trovo già alcuni compagni. Soliti rituali: colazione, registrazione, estrazione del numero (questa volta mi spetta la posta N° 11) e via, verso le poste.
E' una giornata piuttosto soleggiata e fredda, gli stradelli e le zone non coperte dagli alberi sono tutte innevate. E' veramente un paesaggio fantastico. Peccato essermi dimenticato la macchina fotografica a casa.
Comunque, dopo una bella camminata di una trentina di minuti tra boschi e macchioni, il capo posta finalmente mi dice "Andrea, tu mettiti qui, questa è la tua posta .... mi raccomando, spara da lì a là'. Leonardo (il capo posta) sa che è la mia seconda volta e si preoccupa di istruirmi per bene sugli atteggiamenti da tenere durante la battuta. "Mi raccomando anche di non abbandonare MAI la posizione sino al termine della battuta". Lo ringrazio per i preziosi consigli e mi preparo per la battuta.
Nel mentre studio bene l'ambiente che mi circonda: d'avanti a me c'è un fossetto dove scorre dell'acqua, questo fossetto è alla base di due colline, la prima, quella d'avanti a me è costituita da un bellissimo bosco di castagni, mentre quella dietro di me è ricoperta da arbusti, felci e rovi. Il fossetto scende dalla mia sinistra verso la valle che si trova sulla mia destra. I mie compagni di caccia più vicini si trovano, il primo più in alto di me a circa 30mt sulla mia sinistra (lo vedo perfettamente dietro un tronco di castagno), mentre l'altro una cinquantina di metri più sotto di me: non lo vedo, in quanto il fosso fa una curva verso destra e tra me e l'altro c'è un costone di roccia che ci separa. Di fronte a me, il sole che si staglia tra le chiome sfoltite di vecchi castagni.
Finalmente viene dato il via alla battuta. Appena liberati, alcuni cani passano d'avanti alla mia posizione annusando il terreno, senza però trovare tracce. Nel mentre per radio sento i canai che parlano tra loro scambiandosi impressioni e idee sulla strategia da tenere. Nel frattempo in lontananza si sentono altri cani che abbaiano in cerca della loro preda. Dopo circa 40 minuti, dal basso si stente uno sparo, e per radio ... "l'ho vitso, l'ho sparato ma l'ho padellato ..... risale!". Seguo con trepidazione, anche se sò che chi lo ha visto è dalla parte opposta da dove mi trovo io, praticamente alla base opposta della montagna.
Comunque, dopo lo sparo i canai iniziano subito a cercare di capire dove potrebbe essere andato e se dietro c'è qualche cane. Sono momenti piuttosto concitati, dove in ogni caso l'adrenalina sale, così come la speranza che la bestia prenda la tua direzione. I minuti passano, e finalmente i canai danno la notizia che l'animale è braccato e si trova nella zona alta della collina, dove ci sono alcuni prati. Altri minuti scorrono, quando improvvisamente sento sfrascare in alto sulla sinistra, lungo la riva opposta del fossetto, dove comunque c'è un bel salto. Subito alzo lo squaro e lo vedo, fiero e maestoso che viene giù come un panzer, lo miro, ma è ancora troppo lontano, e poi deve ancora passare d'avanti la posta del mio compagno. Sento lo sparo della 30.06 di chi mi sta a sinistra, ma lo padella. Mentro lo seguo con il fucile imbracciato, subito dopo lo sparo si getta giù a capofitto e salta il fossetto, correndo dritto verso di me per cercare di fuggire nella macchia alle mie spalle. Attendo, il mio suqrdo si unisce al suo, ci siamo guardati dritto negli occhi (e questo è stato il mio errore), arrivato a circa 3 metri da me, faccio fuoco, ma clamorosamente lo padello. Fortunatamente cambia repentinamente direzione e punta ora verso la mia destra, lungo un sentierino che costeggia il fosso. Non perdo la concentrazione e lo seguo. A questo punto il tempo si ferma, è come se tutto andasse a rallentatore; con il dito premo il grilletto, mi sembra di percepire il movimento di ogni pezzo di ferro che compone il sistema di scatto, sino a che la botta e l'animale che si accascia a terra a non più di 5 metri da me, colpito sul collo, la borra proiettile gli è uscita dallo zigomo sinistro .... l'ho bruciato.
Con ancora il fucile imbracciato, iniziano a tremarmi le gambe per la forte scarica adrenalinica che ho in corpo. Non ci credo, ho catturato il mio primo cinghiale alla mia seconda giornata. Rimango impietrito sino all'arrivo dei cani. A quel punto abbasso il fucile e, senza potermi avviciare a lui (ancora la battuta non è conclusa) lo osservo con il dovuto rispetto che si merita un animale fiero come il Cinghiale.
Tralascio ovviamente tutti gli insulti (ovviamente amichevoli) che mi son dovuto sopportare sino a sera quando, stanco ma molto soddisfatto, sono tornato a Roma, fiero di essere entrato a pieno merito tra la grande famiglia dei Cacciatori di Cinghiale.
L'animale pesava sugli 80Kg ed è un cinghiale così detto "cintato", perchè mischiato con il maiale. Da quelle parti spesso lasciano liberi i maiali per il pascolo, e qualche volta capita che si incrociano. Mi hanno assicurato che la carne è anche più buona. La zona di caccia è vicino a Massa Marittima (GR).
Scusate per la mia logorroicità, ma mentre scrivevo era come rivivere istante per istante qui momenti.
Mi scuso anche per la foto non molto bella e che non rende merito all'animale, ma è l'unica che ho, scattata con il cellulare nella baracca.
La vita è come un Luna Park, giochiamola!
- Andrea -
Complimenti Quasar grazie per aver fatto rivivere le tue emozioni e' cosi' che si fa 
e non come quelli che postano le foto dei selvatici abbattuti solo con la scritta .... ieri un cinghiale 
