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Catania 10/12/2010 l’ aquila atterra nel terra del falco. Un rapido sguardo ed un sorriso fra i due, l’ affinita’e la sintonia a distanza e’ sempre stata forte, tanto da darsi del fratello, si sono raccontati di tutto ma l’incontro e’ qualcosa di magico, sono selvatici dunque sempre guardinghi ma e’ subito un abbraccio d’ali, l’ aquila nella folla comincia a gridare…. il falco…il falco…. e’ gia’ si ride. Si parte per il nido del falco e cominciano i richiami, nei loro versi c’e’ tutto, imminenti, attuali e passate battute, tecniche e aneddoti, polveri, viaggi e forature, grandi aquile e aquilotti, gioie, soddisfazioni, timori e dispiaceri, poi setter, segugi, pointer e bassotti, difensori, mezze punte, trequartisti, moduli e allenatori. Sono versi travolgenti dove passano le loro ali e i loro suoni c’e’ un’ euforia generale dove tutti vogliono partecipare, anche chi e’ stato sempre indifferente alla loro passione, al grido dei rapaci oggi vuole partecipare travolto da tanta passione, il massimo si raggiunge quando anche nonna falco, a tavola, racconta dei suoi fagiani di Monfalcone e da qualche dritta sulle regine.
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Le battute sono dure, faticose, fredde e modeste di selvatici ma i carnieri pieni di gioia, risate, nuove e antiche esperienze.
Mai il falco avrebbe ceduto la preda ad altri artigli, ma in quei giorni sperava e pregava perche’ succedesse….
I racconti continuano e il falco continua a viaggiare attraverso i versi dell’ aquila, vola tra Scozia e Cuba, plana tra Lapponia e Bulgaria, riempie carnieri di anatre, lepri e cotorne variabili, forcelli, grauss e pato picaso e poi monti, steppe sconfinate, infiniti colori e profumi, albe e tramonti tra mille sfumature, tutto in meno tre giorni, Volano per miglia e miglia, fumi di sigari e vapori di grappe danno forza alle ali e tono alle loro grida. Alle leccornie dell’ abile e paziente falchetta banchettano come avvoltoi per poi spargere lacrime di coccodrillo, se continuassero a nutrirsi così da rapaci si tramuterebbero in struzzi.
Sono rapaci migratori ma fortemente legati alla loro terra, migrano per evadere da chi della loro terra e passione depreda e ne limita i confini, hanno forti e grandi ali, dunque bisogno di spazi, spazi, sempre piu’ stretti.
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Per l’ aquila il territorio e la caccia del falco e i suoi fidi rapaci e’ una sfida nuova, ma subito si adatta, nelle battute tre grigi cadono sotto gli artigli del falco e i suoi fedeli ma l’aquila non sta certo a guardare, oggi nello stormo c’e’ anche lui e uno schioppo secco e preciso nel gelido bosco segna la sua presenza e il suo abile istinto di predatore.
Nell’ ultima battuta si va a cercare le sue amate e qui e’ lui a guidare la brigata, e’ nel suo mondo, comincia a scrutare muovendo occhi e becco, fissa lo sguardo e muove le ali con destrezza ed esperienza per tagliare quei monti, il falco l’osserva e lo studia, da oggi sa cacciare una nuova preda.
Intanto e’ gia’ notte e l’ aquila deve tornare al suo nido, dopo un breve riposo e sempre col buio l’aquila spicca il volo, il falco lo accosta per qualche miglio, ultimi richiami, incrociano i solidi artigli come patto di rincontrarsi, un abbraccio di ali, un intenso grido rapace e poi il distacco…………….
L’ Aquila e il Falco, un battito d’ali il volo di un’amicizia
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