Discussione: la natura e il senso della caccia

Risultati da 1 a 10 di 10
  1. #1 Question la natura e il senso della caccia 
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    Credo che questa potrebbe essere la storia di caccia per eccellenza.Un'occasone per condividere le emozioni più intime,"raccontarsi" attraverso la ns.passione;come immaginavamo la ns.vita venatoria e come la viviamo ora,qual'è il ns.rapporto con la natura ,e nel caso di quelli come me,come dire..un pò più maturi(mannaggia agli ..anta!)fare un primo bilancino.Che ne dite? p.s.:ho fatto delle ricerche e non credo di aver trovato una discussione uguale.Aspetto comunque il benestare di qualche amministratore per l'o.k.
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  3. #2 Wink Re: la natura e il senso della caccia 
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    aspetto con ansia un tuo racconto, ascoltare il vissuto di un cacciatore dalle molte licenza passate accresce le nostre esperienze personali e fortifica la nostra passione per la caccia e l'amore per la natura.
    appena puoi raccontati pure
    Pensa al tuo sogno più bello a ciò che ti rende felice,
    alla magia di aprire gli occhi ogni mattina e sentirsi vivi e fortunati,
    non fermarti, non accontentarti, tutto è possibile
    devi solo provarci sempre
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  4. #3 Re: la natura e il senso della caccia 
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    Purtroppo rispondendo al topic di Fausto e raccontando una storia mia personale di caccia a fine racconto mi si e' cancellato tutto....!!!.....mi succede spesso......come mai???...solo con questo sito..??..sono rammarricato,perche' era un po' esteso il racconto e di scriverlo ancora mi ci vuole un po' di concentrazione.......peccato spero di poter scrivere ancora anche perche' io faccio parte di quella schiera di ormai 50enni..con storie di caccia vissute uniche.....per me....e vorrei condividerle con voi anche se sono passati anni......abbiamo i capelli bianchi,ma non per vecchiaia,ma per saggezza........ciao Davide...
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  5. #4 Re: la natura e il senso della caccia 
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    Per "natura e senso della caccia"non intendo il racconto vissuto di un'azione di caccia,sicuramente emozionante ed appassionante,ma qualcosa che va oltre...perchè ci siamo svegliati cacciatori,qualè il significato della caccia rapportato alla natura,cosa cerchiamo dentro di noi quando siamo per valli,boschi o paludi.Siamo felici oppure scontenti,cosa avremmo voluto..insomma un'analisi dell'io cacciatore.Sicuramente non è facile descrivere così "a braccio",tant'è che mi stò prendendo una pausa di riflessione per ordinare le idee..
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  6. #5 Re: la natura e il senso della caccia 
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    Citazione Originariamente Scritto da ferretti davide Visualizza Messaggio
    Purtroppo rispondendo al topic di Fausto e raccontando una storia mia personale di caccia a fine racconto mi si e' cancellato tutto....!!!.....mi succede spesso......come mai???...solo con questo sito..??..sono rammarricato,perche' era un po' esteso il racconto e di scriverlo ancora mi ci vuole un po' di concentrazione.......peccato spero di poter scrivere ancora anche perche' io faccio parte di quella schiera di ormai 50enni..con storie di caccia vissute uniche.....per me....e vorrei condividerle con voi anche se sono passati anni......abbiamo i capelli bianchi,ma non per vecchiaia,ma per saggezza........ciao Davide...
    Ciao davide,
    quello che ti succede può dipendere da molti fattori (cookie,browser,proxy, ecc).
    Comunque, quando devi scrivere un testo lungo ti consiglio di usare il "blocco note" e quando hai finito selezioni/copi ed incolli tutto sul thread.
    E' una "pratica molto usata".
    Anche io faccio così.

    Vivi come se dovessi morire domani.
    Impara come se dovessi vivere per sempre. (Gandhi)
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  7. #6 Re: la natura e il senso della caccia 
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    Io, sono molto giovane e inesperta come cacciatrice, quindi non posso raccontare nessuna storia vissuta o vecchi racconti, o bagagli di saggezza che mi porto dietro...
    Giorno per giorno faccio esperienze e imparo qualcosa in più, e il bagaglio prezioso che mi porto dietro e conservo, è sicuramente quello del mio povero nonnino che ormai non c'è più..
    Lui era un grande cacciatore, e non perchè faceva tanto carniere o era un ottimo tiratore, ma perchè sapeva qual'è il significato di andare a caccia, di trovarsi tutt'uno con la natura e i suoi abitanti...
    Quindi io posso dire solo quello che mi ha spinto e quello che provo quando vado a caccia o esco con i mie cani...
    Ciò che per primo mi ha spinto ad avvicinarmi alla caccia, che fino ad allora era un mondo che mi era stato negato da mio padre in ogni modo, è stato il mio caro nonno negli ultimi tempi della sua vita e l'arrivo di mio marito...
    Ho iniziato per curiosità dei loro stupendi racconti, e nel vedere la meraviglia del lavoro dei loro ausiliari e della bellezza di vagare liberi n ella natura..
    Poi ho continuato dopo la morte del nonno per mantenere vivo il suo ricordo.. e poi la passione per questo mondo si è impadronita di me..
    Oggi posso dire che la caccia, o comunque l'addestramento del cane, sono una passione i ndescrivibile..
    Mi sento davvero libera, senza freni, senza costrizioni, mi sembra di vivere come in un mondo parallelo, dove tutti i problemi della quotidianità svaniscono e lasciano spazio ad un attimo di paradiso, dove diventi un tutt'uno con il mondo circostante..
    La natura e la vita ti entrano sotto la pelle e nella mente e ti danno un'energia nuova diversa...
    Camminare a un metro da terra, respirare un'aria più leggera, non sentire più ne dolore o dispiacere...
    Vedere il tuo fedele amico che vola sul terreno, con i suoi piedi che sfiorano il terreno, annusando lòievemente l'aria che lo circonda alla ricerca del nostro tesoro....
    Avere il cuore in gola nel vederlo accertarsi di un'emanazione e poi riprendere piano a respirare nel vederlo proseguire...
    Camminare piano per non far rumore e per la paura di rovinare tutto, che tutto si spezzi...
    E poi il momento più bello.. il tuo cane ferma di scatto, e il tuo cuore si ferma altrettanto velocemente con lui... ti avvicini e assapori lentamente quell'attimo nel quale vorresti soffermarti per sempre...
    Finchè all'improvviso ecco il massino dell'emozione, un frullo d'ali improvviso che s'innalza davanti a te e si libera con tutta la sua bellezza e armonia.. e solo allora il tuo cuore ricom incia a battere, ma stavolta all'impazzata... e non è tanto importante sparare o meno in quel momento, il tuo cuore è già partito insieme a quel frullo d'ali..
    Quando imbracci il fucile, con tanto timore e d emozione, guardi con rispetto quella creatura, che ti fa provare quelle forti emozioni, e solo allora premi il grilletto...
    Il tuo bravo cane ti riporta quel tesoro con tutta delicatezza, e solo allora ti rendi conto c he non è mai stato così bello accarezzare il tuo cane, per complimeentarti con lui, e ricevere in dono dalla sua bocca quel prezioso tesoro, che profuma di amore e di natura e che tieni con rispetto nelle tue mani, assaporando così ogni nomento, piano piano, per non perdere nemmeno un attimo....
    Questo per me è la caccia, un attimo di paradiso, in cui dimenticarsi di tutto, diventare una sola cosa con la natura i suoi abitanti e il tuo amico più fedele.... poter vedere il tuo cane librarsi come un angelo e cercare in ogni modo di trovare quel prezioso tesoro che vi donerà quell'immensa felicità e gioia nel cuore..

    Un grazie di cuore al mio caro nonno e a mio marito, che mi hanno donato l'amore per questa passione...

    Ciao

    Lauretta..
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  8. #7 Re: la natura e il senso della caccia 
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    Ciao fausto
    ho letto, (un pò velocemente e me ne scuso) i tuoi interventi e mi sembra di aver capito che sei alla ricerca di materiale per un tuo racconto.
    Non so se ti può tornare utile questo thread postato nell"angolo del bar" alla voce " Gli ambientalisti e glianimalisti sono....."
    Spero di aver interpretato nel modo corretto i tuoi interventi
    Ciao
    Ludwig
    CHI OSA, VINCE!!!
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  9. #8 Re: la natura e il senso della caccia 
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    premessa:quanto segue è una visione introspettiva del rapporto caccia-natura,una interpretazione soggettiva maturata attraverso la mia vita venatoria.
    La prima parte è basata,in senso lato, sul concetto etico-culturale ;la seconda parte consiste in un differente approccio con la caccia,una rivisitazione dettata dal passare delle stagioni di caccia.
    Non si tratta di essere d'accordo o no.Ognuno vive la caccia come meglio crede e..può ,ed è responsabile del suo comportamento.Il mio è solamente un tentativo di creare una traccia su cui inserirsi,esprimere la propria visione e conoscere come il "popolo dei cacciatori"vive questa comune passione.

    "Perchè vai a caccia?",quante volte mi è stata fatta questa domanda?Dieci..cento ?Molte volte ,nel caso dei più scettici,ho rinunciato a dare una risposta "è inutile che te lo spiego,non capiresti..perderemo solo tempo";altre volte, nel caso di interlocutori più coinvolti,ho risposto "passione,vado a caccia per passione".
    La passione..avete presente chi va per mare,chi va in montagna,chi va in bicicletta o fa footing?Bene,tutti lo fanno per passione.Possiamo poi aggiungere delle motivazioni intrinseche a ciascuno di loro,ma tutte riconducibili ad una unica motivazione principale"LA PASSIONE",quindì ad una irrazionale motivazione,un sentimento che spesso trascende la ragione.
    Già la ragione,è della sua forza che abbiamo bisogno:solo attraverso la ragione possiamo disciplinare ,regolamentare la nostra passione ed "elevare l'attività della caccia a fenomeno eticoculturale e non a stereotipo di semplice fucilazione del selvatico".
    E' indubbiamente vero che la caccia è attività connaturata all'esistenza dell'uomo,questi ancor prima di essersi dotato di un'arma vera e propria,lancia o coltello,aveva già ucciso degli animali per sopravvivere,ma oggi?
    L'uomo-cacciatore di oggi escluso dalla natura,dalla modernizzazione della vita,cerca di reinserirsi in un archetipo primordiale e lo fa attraverso il modo più drammatico:l'uccisione del selvatico.Se non si è consapevoli di ciò,se al posto dell'elemento ETICO prevale l'aspetto PRATICO del carniere "tre prede sono meglio di una,cinque meglio di tre e via così" si priverà la caccia di oggi del suo valore.
    La caccia è attivita ludica,svolta per puro piacere,ma è la sola che che contempla l'uccisione(forse la pesca è assimilabile ,ma qui volendo si può liberare il pesce catturato)e come tale non può essere considerata uno sport.
    Noi cacciatori possiamo dare una risposta valida solo con la ragione, ovvero con il nostro comportamento,e questo può avvenire se saremo in grado di costruirci una solida credibilità fondata su comportamenti etici,morali e scientifici,tali da non prestarsi a critiche ,maldicenze o facili attacchi da parte dei nostri numerosi denigratori.
    Dobbiamo dimostrare a chi ci osserva ,per poi giudicarci,che noi cacciatori siamo "brava gente"e che uccidiamo,è vero,ma perchè azione finale ed inevitabile:"non ci può essere caccia senza uccisione,ma non cacciamo per uccidere...uccidiamo perchè cacciamo".
    La caccia è stata attività fondamentale e imprescindibilmente legata al cammino dell'umanità sulla strada del progresso,ma oggi è l'uomo-cacciatore e
    non l'uomo-moderno a in personificare il ruolo di garante della natura.Oggi spesso si legge o si parla della caccia come riscoperta della natura..è sbagliato,non ha senso!"La caccia è sempre stata passione e amore per la natura,la passione per la caccia il cacciatore vero l'ha avuta in dono dalla natura stessa!".Egli non può scegliere di averla o no,il suo è un destino già scritto..da secoli!La natura il cacciatore la vive,se non la vivesse non potrebbe cacciare.la caccia Noi la viviamo,ma la subiamo :"passione che arde,piacere e ..dolce tormento,come spiegare altrimenti il paradosso di uccidere delle creature che amiamo?".
    E' l'uomo NON cacciatore che sente la necessità,direi l'obbligo,di recuperare il rapporto con la natura .Egli ha compiuto scempi e orrori perseguendo un solo obiettivo:il profitto economico!Consapevole dei suoi errori cerca di rimediare ,evadendo dall'oppressione delle città e dalla quotidianità ,invadendo laghi,monti e mari.Torbe di turisti che con un weekend
    si illudono di risanare le ferite inflitte e recuperare la stima della natura.
    Il cacciatore NON ha esigenza di evadere:è contemplato nella natura.Spende il suo tempo libero,spesso non solo quello,vivendola a 360 gradi;conosce gli animali che l'abitano,ama le giornate soleggiate ma attende il freddo,non teme la pioggia e la bruma,si inebria del colore dei boschi e del profumo delle foglie marcite...dalle vette dei monti ammira il paesaggio sottostante e gli orizzonti che si stagliano davanti...ha vissuto centinaia di albe e tramonti,si nutre di..NaTURA!
    Per il cacciatore ha importanza il "prima ",la vigilia della caccia ,e "il durante",quello che vive mentre caccia.Non ha importanza il "dopo",può riempire o no la cacciatora e ugualmente la sua anima sarà più ricca.


    Fin da bambino ho sognato di diventare cacciatore"le immagini di mio padre,mio nonno e degli altri cacciatori del paese,apparivano ai miei occhi alla stregua di icone,entità da rispettare ed emulare".
    Coturnici,starne e beccacce ,strette nei strozzini,rigorosamente in cuoio,popolavano i miei sonni di bambino e,poi,le mie speranze di ragazzo.Arrivò l'età "magica"dei 16 anni e l'inevitabile porto d'armi,le prime gioie e le inevitabili delusioni.
    Con il passare delle stagioni venatorie ho iniziato a pensare di essere nato troppo tardi per vivere una realtà venatoria fatta di ricchi carnieri come quelli visti e immaginati da giovinetto.Gli anni ,però ,non sono volati inutilmente..guardando indietro mi ricordo di tutte le avventure ed emozioni vissute,da bambino ad uomo "divertendomi sempre",grazie alla caccia che mi ha permesso di vivere due vite parallele:quella di "uomo comune"e quella di "uomo cacciatore".
    Terminati gli eccessi dovuti ad intemperanze giovanili,dove lo spirito competitivo predominava su tutto e la logica del carniere era imperante ,intorno ai 25 anni la mia attenzione venatoria si è indirizzata su altri fattori.Dentro di me si è manifestata una sempre più crescente attenzione nei confronti della selvaggina e dell'ambiente,sia chiaro ho continuato e continuo a cacciare e quindi ad uccidere selvatici,ma con molta moderazione e un diverso atteggiamento.
    Non c'è più in me esaltazione per l'ottenimento di una preda...c'è soddisfazione ma anche pentimento.Un senso di rimorso,un disagio che rappresenta la pena da scontare per poter andare a caccia "una visione ,come dire..più gemtile della caccia"
    Questo è ,ad oggi ,il mio "personale senso della caccia".Per il futuro ..si vedrà.

    cordiali saluti.

    P.S. indipendentemente dal gradimento,avendo così percorso un "deja vu" intimo,con ricordi belli ma ..non solo quelli,permettetemi di dedicare questa mia introspezione a:

    mia madre,morta causa sisma dell'aprile 2009;
    Massimo,indimenticato e compianto compagno di caccia;
    mio padre,84 anni,ancora cacciatore di montagna;
    tutti coloro che, con spirito leale,perpetuano il valore della caccia.
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  10. #9 Re: la natura e il senso della caccia 
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    grazie per averci reso partecipi delle tue emozioni.
    molti si rispecchieranno nelle tue parole , altri le condivideranno in parte ed altri ancora le commenteranno, una cosa sola è certa,
    la caccia è passione che ti prende irragionevolmente,
    non c'è razionalità nel perdere il sonno,
    non c'è n'è nel lasciare un letto caldo, con la tua compagna che dorme serena,

    per uscire al freddo ,
    con o senza la pioggia,
    aspettando a volte in mezzo ai monti con un ombrello in mano che faccia giorno e.........
    goderti un'altro giorno di caccia,
    unico ed insostituibile per le sensazioni che ci lascerà impresse nella mente.
    Pensa al tuo sogno più bello a ciò che ti rende felice,
    alla magia di aprire gli occhi ogni mattina e sentirsi vivi e fortunati,
    non fermarti, non accontentarti, tutto è possibile
    devi solo provarci sempre
    Rispondi Citando  

  11. #10 Re: la natura e il senso della caccia 
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    Se non si fa' capire a chi non ci ama,la stragrande maggioranza dell'opinione pubblica,che per prelevare la selvaggina,dobbiamo crearle ambiente,gestirla,avere basi scientifiche per poi fare piani di abbattimenti,essere presenti sul territoriio non solo per cacciare,ma per dare quel contributo prezioso che e' la conoscenza,l'esperienza,non avremo mai credibilita'.Su questo aspetto si basa la mia formazione etico-culturale ,per poi confrontarmi con chi mi chiede" perche' vai a caccia..?..."..Si e' vero vado a caccia per passione,una passione smisurata,il prelievo che effettuo e' un prelievo oculato,ha un prestigio,non e' un fatto solo di sangue,e' l'atto finale di una sequenza sviluppata a monte,non e' solo casualita',fortuna,ma e' frutto di un impegno costante,eseguito da chi possiede ragionevolezza,responsabilita',caparbieta',attribu ti consolidati proprio da questa attivita' sul campo.
    Nella caccia si possono anche stimolare emozioni,sensazioni,sentimenti,tutti stati d'animo che ci appartengono e che impreziosiscono questa nostra passione che bisogna difendere.
    Detto questo e prendendo spunto dal titolo della discussione allora posso confermare che la caccia,la natura,sono compatibili,la caccia deve avere un ruolo in questa gestione,che non e' solo quello del prelevamento,ma e' anche quello piu' importante di mantenimento e i cacciatori assieme agli agricoltori e agli ambientalisti(quelli non estremi) ne sono gli "attori"...ciao Davide...
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