Bravo, Roberto, hai trovato un bellissimo modo di affrontare l'annoso problema della caccia alla beccaccia da appostamento.....alla posta, come si suol dire.
Concordo pienamente sul far tesoro degli errori...e per farlo devi pur commetterne, anche se....
Anche se siamo umani, esseri sociali pensanti che fanno o dovrebbero far tesoro e imparare anche dagli errori altrui. Altrimenti cosa ci distinguerebbe dalle bestie.
Purtroppo, per noi che siamo nati nello spara spara, ad incidere pesantemente sull'errare aspettando la regina alla posta c'è anche la quasi totale mancanza dell'esempio.
Io, per farne uno, sono nato cacciatore seguendo le orme di un vecchio amico di famiglia che da piccolissimo mi utilizzava come mulo da soma per il suo zaino, ripagandomi con l'insegnamento di un etica venatoria indirizzata al rispetto del selvatico.
Allora, parlo di circa 40 lustri fà, veniva chiamato in aiuto dai coltivatori per la presenza delle lepri che distruggevano l'orto. Mai sparata una senza prima il lavoro del cane e tassativamente mai più di una per volta....non importava quante ce ne fossero.
Questo non mi ha impedito di sbagliare, è vero, ma già la prima volta, senza cane, la coscienza mi rimordeva....la seconda non c'è mai stata.
Ero giovane e dopo quel giorno la posta l'ho fatta innumerevoli volte, sempre senza fucile o con il fucile scarico e in spalla. L'ho fatta per vedere cosa si prevedeva per il giorno dopo; per vedere il leggero volo nella semioscurità dell'arciera; per vederla venirsi a posare a pochi metri da me.
Si, a pochi metri, perchè se ci avete fatto caso, la sera, all'uscita dal bosco, se tu sei ad aspettarla in una radura lei viene a posarsi nei tuoi pressi dopo un breve giro semicircolare.
E quale emozione ti dà rintracciarla con una piccola lampada e vederla involarsi nel fascio di luce.
Sono queste le differenze che distinguono il cacciatore di beccacce dal beccacciaio.
Il primo le cerca per la bramosia di averle come preda, il secondo per le emozioni che gli donano.
Con stima.....