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30/06/2009,23:05
DISTRUZIONE DELLE OCHE IN OLANDA: QUANDO LA REALTA’ SORPASSA L’IMMAGINAZIONE
Come anche i cacciatori italiani ben sanno, l’Olanda è uno dei paesi europei con la più restrittiva legislazione venatoria in assoluto. La caccia, oggi, vi è consentita su di un numero limitatissimo di specie e per periodi altrettanto limitati. Tuttavia, come è altrettanto risaputo, l’Olanda è un vero paradiso per gli uccelli acquatici, grazie ai mille diversi habitat umidi, sia naturali che artificiali, di cui è ricca, ai quali vanno ad aggiungersi le coste basse e sabbiose o impaludate frequentate da centinaia di migliaia di esemplari appartenenti a parecchie specie di Anseriformi, Caradriformi, ecc. Si sa però anche che, causa i rilevanti danni provocati da determinate specie alle attività agricole, le autorità, oltre a destinare considerevoli indennizzi in denaro alle aziende colpite (16 milioni di Euro nel 2008), attuano piani di controllo demografico ad esempio delle oche selvatiche, delle oche lombardelle e dei fischioni (tutte specie non cacciabili).
Una recentissima missione parlamentare francese, inviata in Olanda dal Ministro per l’Ecologia e lo Sviluppo Durevole Jean-Louis Borloo, condotta dal deputato Jerôme Bignon e cui hanno preso parte rappresentanti venatori, ambientalisti, ricercatori e giornalisti di France 3 Picardie, ha raccolto notizie in “presa diretta” sulla vera e propria distruzione delle oche realizzata in quel paese.
Ed ecco qualche dato istruttivo: nella campagna di controllo autunno-inverno 2007/2008 sono stati abbattuti 109.000 uccelli (dati ufficiali del Ministero dell’Agricoltura olandese), dei quali 43.000 oche selvatiche, 40.000 oche lombardelle e 22.000 fischioni. Fin qui, nulla di particolarmente strano, dato che i piani di controllo di specie dannose si realizzano anche da noi. Ma andando avanti, scopriamo che a questi numeri già ingenti, occorre aggiungere decine di migliaia di soggetti abbattuti dal 1° aprile al 30 settembre, tramite i seguenti metodi: arma da fuoco (a 5 Euro di premio per oca abbattuta); eliminazione/sterilizzazione delle uova (rompendole, scuotendole, ricoprendole con olio di mais); catture di oche in muta, quindi incapaci di volare, poi uccise a bastonate o con gas; reclusione dei giovani inetti al volo in aree non coltivate, che muoiono per fame.
Pratiche senza dubbio offensive della sensibilità di chiunque: tranne, a quanto pare, di chi le dispone (e delle associazioni locali di protezione della natura, che nulla obiettano) perseverando in tali scelte piuttosto che consentire un normale controllo aggiuntivo di queste specie attraverso la caccia. I francesi ovviamente sono rimasti esterrefatti, anche in considerazione del fatto che da loro la caccia alle oche chiude al 31 gennaio, mentre in Olanda le distruggono allegramente tutto l’anno: ma ciò che conta è che non le si cacci!
Infine, un ultimo dato: nonostante questi massicci programmi di abbattimento con ogni mezzo, le popolazioni di uccelli acquatici in Olanda non calano. Ne fanno fede i numeri, che danno popolazioni di oche selvatiche tra 600.000 e 800.000 soggetti, di oche lombardelle fino a 1.300.000 soggetti e di fischioni fino a 800.000 soggetti.
Insomma, tanto sforzo e tanta “disumanità” per ottenere risultati quasi nulli. Non sarebbe più facile e più rispettoso dell’ordine naturale delle cose riaprire la caccia a queste specie? Tanti in Europa sostengono che la società olandese sia all’avanguardia, ma non certamente in questo caso! O, meglio ancora, i calendari venatori attualmente prestabiliti e immutabili, non dovrebbero essere rivisti? O, almeno, ripensati?
Diamoci da fare: la Natura va conservata anche con un coordinato, programmato e articolato prelievo, opportunamente pianificato.
Fonte ilcacciatore.com
Lo Spaniel è il più antico cane da schioppo ed è senza alcun dubbio quello più genericamente utile al cacciatore sportivo, essendo egli in grado di sostituirsi, in caso di necessità, agli altri membri della famiglia, siano essi setter, o pointer, e anche retriever, mentre nessuno di essi è in grado di restituire la cortesia.
William Arkwright