Si possono avere chiarimenti in merito alle polveri veloci, lente o vivaci? Quanoo è preferibile usarne una piuttosto che un'altra?
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Si possono avere chiarimenti in merito alle polveri veloci, lente o vivaci? Quanoo è preferibile usarne una piuttosto che un'altra?
interessante:)
dmi hai approfondito il discorso in questione?
La suddivisione delle polveri in lente , medie e vivaci è una catalogazione abbastanza impropria , serve principalmente ad indicare la velocità di combustione della polvere in canna, impropria inquanto questo dato puo essere variabile modificando anche solo il tipo di innesco e\o il tipo di chiusura , ovvero una polvere lenta con un innesco forte si comporta come una vivace con un innesco debole...
In ogni caso solitamente si scelgono le polveri vivaci quando si caricano dosi basse di piombo e viceversa polveri lente per le dosi massime ; non si scelgono in base alle condizioni climatiche ma in relazione alla quantità di piombo che vogliamo spingere.
Esistono polveri a singola base e a doppia base , quelle a singola base sono quelle che contengono un solo componente attivo ai fini della esplosione ( CELLULOSA NITRATA O NITROCOTONE ) mentre sono denominate doppie basi quelle con due componenti attivi , solitamente nitrocellulosa e nitroglicerina.
Ogni tipo di polvere ha caratteristiche positive e negative dovute al metodo usato per la produzione e alle caratteristiche intrinseche dei materiali.
Sulle caratteristiche delle polveri si potrebbe scrivere un libro credo comunque che basti sapere che di solito si utilizza una monobasica vivace per cariche leggere di piombo ( es. SIDNA , ANIGRINA LAMELLARE , GM3 ) , una doppia base attenuata per cariche medie ( es. SIPE , S4n , MB x32 ) ed una polvere di lenta combustione per le dosi pesanti di piombo ( es. JK3 , A0 , TECNA , M92S )
ciao
Marco
Cercando tra le varie informazioni disponibili su internet per quanto riguarda le polveri, ho trovato alcune caratteristiche di cui non si riesco a trovare le spiegazioni specifiche. Per esempio sul sito delle Cheddite ci sono riportate le varie polveri da loro prodotte, ad un primo colpo d'occhio ho visto che hanno diverse polveri a cui associano delle sigle che presumo indichino una caratteristica precisa, infatti troviamo la Drago, la Drago S, la Drago SV, la Drago V, oppure, l'Aquila, l'Aquila L, l'Aquila SV, l'Aquila V, qualcuno sa in base a cosa associano queste sigle? Ci sono anche le foto delle polveri e a parità di nome (Drago o Aquila) la foto è la stessa come anche le dimensioni, l'unica cosa che variava, e non molto, era una caratteristica chiamata Densità apparente (g/dm3), su altre caratteristiche si trova Densità gravimetrica media (g/l), dalla mia ignoranza penso che sia la stessa cosa, però volevo avere qualche info in più, e soprattutto volevo capire cosa ci indica questo dato e in che modo viene applicata in teoria e in pratica. Su qualche polvere ho trovato anche il potere calorifico, in che modo posso mettere in relazione questo dato per magari confrontare due polveri?
Altre differenze, le ho notate nella forma della polvere, ne esistono di laminate, granulare, trafilate, ed estruse, è una cosa importante la forma oppure a parità delle caratteristiche precedenti non comporta migliorie?
Allora andiamo per ordine....
le sigle o i numeri che seguono il nome della polvere servono ad indicare per quale grammatura sono ottimizzate , poi il range di caricamento è sempre compreso in alcuni grammi ...esempio C7V , PRIMA V , SIDNA V ecc. sono polveri ottimizzate per i 28 grammi ,poi si possono caricare con opportuni accorgimenti tra i 27 e i 30. altre polveri invece scrivono direttamente il numero ( f2 x28 , REX x28 ) ; le polveri con la sigle SV solitamente sono per i 24grammi.
La densità della polvere varia in base al tipo di lavorazione e fabbricazione e a noi che carichiamo è indicativa dell'altezza del borraggio che necessiterà per ottenere una giusta chiusura e null'altro.
Altra caratteristica delle polveri è il potere calorifico , normalmente è maggiore quello delle polveri a doppia base inquanto la nitroglicerina che è una delle basi ha un calore di esplosione e una velocità di detonazione superiore rispetto alla singola base ( nitrocellulosa )
La forma della polvere dipende dal metodo di produzione e questa forma non influisce nel rendimento della stessa e sopratutto non ci è utile per il raffronto tra tipologie di polveri nell'ottica del caricamento.
In definitiva quello a cui dobbiamo far caso è esclusivamente il range di caricamento della polvere per evitare di innalzare troppo le pressioni ( es. utilizzare polveri ottimizzate per i 28grammi per confezionare cariche con 32grammi di piombo ) e , in fase di scelta del borraggio , la densità gravimetrica delle stesse per acquistare borre della giusta misura.
La scelta dei singoli componenti ( tipo di brra e di innesco ) poi sarà data solo dall'esperienza maturata dopo svariati tentativi.....:clapclap:
grazie per la precisazione
ottima spiegazione grazie mille :clapclap:
Non so se ho ben capito, la densità gravimetrica, non è un caratteristica di combustione, ma solo legata all'altezza?
.... occupano più spazio un kg di pallini di piombo dell'11 o un kg di piume di tordo :D:D:D:D riusciresti ad utilizzare gli stessi contenitori per contenerli ??
La densità non ha nulla a che vedere con la combustione ma solo all'altezza del borraggio ..
( in realtà una piccolissima differenza di combustione nella polvere c'è al variare dello spazio disponibile nel bossolo ma questo è già calcolato nei dosaggi.... )
ciao
Marco
Approfondendo lo studio della ricarica mi è parso di aver capito, che a grandi linee, le poveri da sparo possono essere suddivire in tre grandi gruppi, e pù precisamente:
Polveri vivaci per cariche di circa 29-33 grammi di piombo
Polveri mediamente vivaci (anche dette semiprogressive) per cariche di piombo di circa 34-37 grammi
Polveri progressive per cariche di piombo di circa 38-52 grammi
Le cariche di piombo sopra descritte sono riferite per cartucce calibro 12.
Altra caratteristica, come anche descritto precedentemente, è la suddivisione in:
polveri monobasiche che sono composte con nitrocellulosa;
polveri bibasiche che sono composte da nitrocellulosa (circa il 50%) e nitroglicerina (circa il 48%);
polveri bibasiche attenuate che cono composte sempre da nitrocellulosa e nitroglicerina, ma con una minor percentuale di nitroglicerina (circa il 25%)rispetto alla precedente.
Da qui ho appreso che la nitroglicerina ha un maggior potere calorifico rispetto alla nitrocellulosa (quindi di conseguenza una polvere monobasica ha meno potere calorifico di una polvere bibasica o bibasica attenuata) da qui un miglior rendimento di questa polvere per climi :rain: umidi, di contro però, la nitroglicerina ghiaccia per temperature di circa -5°C o inferiori, per cui non è adatta per climi molto rigidi, dove sono da preferire invece le polveri monobasiche.
Tutto questo è in linea puramente teorica, vorrei sapere invece da chi oltre alla teoria riesce ad applicare la pratica se quanto scritto risulta corretto oppure occorre apportare modifiche.
ho letto con interesse tutte le spiegazioni date in questo t.
Adesso però mi piiacerebbe avere una classificazione delle polveri un po più "grossolana", per intederci per qquelli meno esperti , quelli che le cartucce le vanno a comprare in armeria. Insomma vorrei sapeere se lad esempio la S4, la DN, la SIPE, ecc. sono polveriinvernali estive o ognitempo.
grazie
Questa domanda è un'altra bella domanda, il rendimento di una polvere, come detto in precedenza, principalmente è legato all'umidità ed alla temperatura in cui si caccia, ma hanno comunque influenza anche il tipo di innesco, la quantità di piombo, il tipo di borraggio e la dose di polvere che abbiamo utilizzato, per cui è un po' complesso andare a specificare tanto in fondo. Le polveri di oggi peraltro hanno avuto grandi miglioramenti rispetto a quelle "vecchie" e questo ha apportato anche una miglior stabilità anche in diverse condizioni atmosferiche, il tutto però, come detto prima, deve essere dosato e testato al meglio. Altra notizia che in molti sottovalutano, è che anche a parità di polvere, ma di lotti produzione diversi, hanno diverse rese a parità di dosi, per cui bisognerà correggere (anche se lievemente) le dosi, questo accade anche nelle cartucce originali, anche se i lotti di produzione forniti alle case produttrici di cartucce originali avranno delle caratteristiche più omogenee rispetto ad un singolo ricaricatore che acquisterà per esempio un chilogrammo di polvere quest'anno e un altro chilogrammo della stessa polvere l'anno prossimo.
La Sipe e la S4 sono delle polveri definite sorelle, entrambe lamellari, entrambe bibasiche, entrambe prodotte dalla Nobel Sport, e come principale caratteristica derivata dalle polveri bibasiche sappiamo che hanno un quantitativo di nitroglicerina che le farà rendere anche con climi particolarmente umidi.