Valgono come trofei anche le zanne della volpe, le penne nere ad uncino del mascio di germano, i preparati di gallo cedrone o forcello imbalsamati "in toto" o anche di altri piccoli selvatici e perfino l'osso del pene dei selvatici predatori.
TROFEI CEFALITICI
Questi trofei si staccano al meglio usando una sega e tenendo l'animale appeso a testa in giù. La pelle della testa viene tagliata per il lungo e tirata su ambedue i lati verso il basso mettendo in evidenza la scatola cranica, le orecchie vengono separate dall'osso, senza staccarle dal mantello. A questo punto si sega la calotta cranica con una sega da ossi o con un saracco. Il taglio va condotto dall'angolo occipitale (posteriore) attraverso le cavità orbitali sino all'osso nasale. Si toglie il cervello da ambedue le metà craniche. Se il selvatico deve essere venduto, si richiude il mantello sul cranio aperto per migliorarne l'aspetto.Il cranio viene scarnificato sommariamente e quindi lasciato per un giorno in acqua fredda dopodichè lo si fa bollire per circa un'ora (maggiore l'età del selvatico maggiore la durata della bollitura). L'acqua bollente non deve venire a contatto con i palchi o le corna. Il rivestimento ceroso delle corna di camoscio può essere protetto con fogli d'alluminio. Il cranio bollito viene riulito accuratamente, comprese le cavità nasali e la caccia interna del cranio e quindi nuovamente bollito per breve tempo al fine di un completo sgrassaggio. Nel caso di camosci e degli altri cavicorni le corna vengono staccate con precauzione girandole intorno alle cavicchie ossee. Quindi si ricopre l'osso di ovatta e la si imbeve di acqua ossigenata al 30 percento. Attenzione in questa fase in quanto l'acqua ossigenata è ovviamente corrosiva! Questa soluzione serve a togliere i resti di carne e a sbiancare completamente l'osso. Dopo l'essicazione le corna vengono oste nuovamente sulle cavicchie, dopo che queste ultime siano state avvolte in un poco di carta di giornale e trapanate dall'interno per farle seccare.
LA BECCACCIA “ SCIENTIFICA ”
Autore Enrico Cavina
LA CACCIA
La Letteratura offre importanti e qualificati studi prevalentemente svolti nelle aree di nidificazione e di svernamento: così tanti che hanno portato ad affermare che per condurre un’adeguata politica di controllo venatorio la beccaccia può essere considerata un uccello “sedentario” nell’areale Europeo (Fadat C. 1989-2007; Ferrand 1989; Wilson 1979; Gossman e al.1979 dal Forum sul Web di Amici Scolopax Rusticola). La validità (“evidence based” di questi studi che appunto sono stati condotti in aree fisse (riproduzione,svernamento) è indiscutibile per le opportunità di approfondimenti metodologici che ne sono scaturiti. Ma è altresì innegabile che esiste tuttora una carenza di analoga approfondita ricerca scientifica dedicata ai territori di transito migratorio. Non è quindi fuori luogo sottolineare che l’Università di Oxford (UK) ha istituito e finanziato uno studio a partire dall’Aprile 2008 dedicato a “Migration and winter ecology of Eurasian Woodcock” dove il primo obbiettivo è “gain a better understanding of woodcocks’ movements between breeding and wintering grounds within Europe “!! Dato che questa iniziativa Universitaria è, ovviamente per Sede (UK)–, dedicata alle linee migratoria che interessano, con modalità quasi esclusive, le Isole Britanniche, sarebbe auspicabile sollecitare analoga iniziativa per la Penisola Italiana .E’ a questo punto che sono necessari alcuni dati numerici di base relativi al census in Europa.