Discussione: Il calibro 223 Remington

Risultati da 1 a 6 di 6
  1. #1 Il calibro 223 Remington 
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    “Dal Vietnam alle Alpi”

    Anni fa acquistai una videocassetta sulla caccia in Austria prodotta dalla Steyr Mannlicher. Era un video molto bello ed interessante che descriveva sia le tradizioni dei cacciatori austriaci sia le armi ed i calibri che preferivano. Per la caccia al cervo usavano il 7 x 64, per il camoscio il 270 W e per la caccia al capriolo il 223 Remington! Nel video quest’ultimo calibro si vedeva ben stampigliato sulle inconfondibili confezioni bianco-rosse della Hirtenberger, usate nei poligoni e in un paio di spettacolari abbattimenti. Ricordo che la prima volta che vidi quella cassetta rimasi sorpreso da quella scelta perché non credevo che nella culla della caccia a palla europea il piccolo .22 a percussione centrale statunitense fosse così diffuso ed apprezzato, sicuramente grazie alle sue doti di precisione, di buona potenza e dal rinculo inesistente. Se nel loro paese di origine i calibri .22 (5,56 millimetri) americani hanno avuto successo nei poligoni, nel tiro informale e nel Varmint (la caccia ai nocivi), in Europa quelle piccole munizioni hanno riscosso molti consensi da parte dei cacciatori di tetraonidi al canto (cedrone e forcello), di marmotte, di castori, di volpi ed anche di caprioli. Calibri come il 5,6 x 35 R Vierling, il .22 Hornet, il 222 Remington, il 22-250 Remington, il 5,6 x 50 R Magnum, il 5,6 x 52 R, il 5,6 x 57 ed appunto il 223 R sono tuttora molto utilizzati in tutto il Vecchio Continente. “Piccolo è bello”, nel magico mondo delle munizioni metalliche, mai nessun detto è stato così azzeccato. Il piccolo calibro è preciso, viene camerato in armi leggere e compatte, non stressa il tiratore e soprattutto, con la scelta giusta di palla uccide pulitamente senza dilaniare. Il .223 Remington è un calibro relativamente recente, la data ufficiale della sua nascita risale infatti al 1957 e, a differenza di tutti gli altri membri della stessa famiglia, nacque come munizione militare. Soltanto diversi anni dopo venne anche apprezzato come un ottimo calibro da caccia. La guerra di Corea confermò definitivamente ai tecnici dell’esercito statunitense quel che era già emerso durante l’ultimo conflitto mondiale: che gli scontri a fuoco raramente superavano i quattrocento metri di distanza. Quindi armi di grande potenza, dispendiose come munizionamento, pesanti ed ingombranti, erano da ritenersi superflue e superate. Infatti già durante gli ultimi conflitti molti soldati preferivano la leggera e maneggevole carabina Winchester 30 M1 al Garand calibro 30.06. Alla vigilia della crisi vietnamita gli americani si apprestavano ad entrare in guerra con il “già nato vecchio” M 14 in calibro 308 Winchester. Per la nazione più potente, moderna e bellicosa del mondo non era certamente il massimo. Quasi contemporaneamente, un intraprendente progettista di nome Eugene Stoner stava sperimentando una nuova arma: l’AR 10. Quel fucile aveva un aspetto insolito facilmente riconoscibile dalla grossa maniglia di trasporto con integrata la diottra di mira e da canna, otturatore e calcio in linea. Questo accorgimento avvantaggiava la precisione e diminuiva sensibilmente il rinculo nel tiro a raffica. L’arma era affidabile e ben bilanciata, ma pur sempre ingombrante e pesante. L’errore di Stoner era stato quello di aver mantenuto invariato il calibro d’ordinanza. L’AR 10 piacque comunque molto ad un generale dell’aviazione che propose al progettista di ridisegnarlo in un calibro minore. Dapprima furono eseguite alcune prove con il 222 Remington, con il 222 R. Magnum e con una nuova munizione denominata 222 Remington Special ma poi per evitare confusione Stoner e la Remington diedero definitivamente vita al calibro 223 Remington (5,56 x 45 mm). L’evoluzione dell’AR 10 in calibro ridotto venne chiamato Armalite Assault Rifle 15 ed il battesimo di fuoco lo ebbe nelle infide paludi del Vietnam dove il binomio arma-munizione riscosse un notevolissimo successo. Specialmente i reparti in prima linea ne apprezzarono il peso ridotto, l’ottima controllabilità nel tiro a raffica e la micidialità della piccola ma velocissima palla. L’unico inconveniente riscontrato ma presto risolto con pochi accorgimenti, fu che l’arma per funzionare perfettamente doveva essere mantenuta ben pulita e oleata. Ad oggi di AR 15 – M 16 (denominazione militare del primo modello) e dei vari cloni ne sono stati prodotti decine di milioni di esemplari, tanti da contendere al famoso AK 47 Kalashnikov il primato di fucile d’assalto più diffuso al mondo. Attualmente il 223 Remington, alias 5,56 Nato, è il calibro d’ordinanza di tutti gli eserciti occidentali (compreso il nostro) ed è stato anche adottato da parecchie nazioni mediorientali ed asiatiche. A noi invece, per quanto il 223 R possa star bene in “divisa” c’interessa esclusivamente per quanto vale in campo venatorio. Come prestazioni s’interpone esattamente tra il 222 ed il 22-250 Remington, ed è una valida alternativa ad entrambi. Con esso è possibile cacciare dai piccoli volatili (nocivi e pregiati) ai selvatici della mole di un capriolo entro i duecento metri, a patto di usare sempre la palla giusta in funzione al tipo di caccia. Siccome di proiettili calibro .224 millesimi di pollice ce ne sono una infinità: blindate, espansive, semi-espansive, a punta cava, a base rastremata e ad espansione ultrarapida”esplosive” dobbiamo stare molto attenti nelle nostre scelte. Nessuno mi vieta di pensare che chi ha acquistato una carabina in 223 Remington lo ha fatto perché aveva trovato una fonte di approvvigionamento di munizioni militari o comunque a buon mercato. Poi, magari in seguito, ha visto che effettivamente il calibro era in grado di farsi onore sul campo e gli ha fatto la giusta pubblicità. In Italia, pur non essendo molto diffuso, ha comunque un discreto numero di estimatori, non a caso è un calibro “fortunato” nel senso che tutte le case produttrici di munizioni, sia famose che quasi sconosciute lo hanno in catalogo. Come il 7,62 x 39 Russian e il 308 Winchester anche il .223 è pressoché reperibile anche nell’angolo più sperduto del mondo. Se per divertirci in poligono possono andar bene le munizioni recuperate come surplus militare, a caccia è nostro dovere utilizzare sempre il meglio. Tra i prodotti commerciali ce ne sono di veramente eccellenti, ma per i soliti incontentabili (come il sottoscritto) c’è pur sempre la sana ed inimitabile ricarica casalinga. Dies, bossoli e polveri sono comunemente reperibili e per gli inneschi è necessario usare gli Small Rifle come gli ottimi: RWS 4033, Federal 205, CCI 400 – CCI Bench-Rest 4. Elencheremo alcune dose di ricarica estrapolate dai migliori manuali, relative all’impiego di palle destinate ad un uso prettamente venatorio. Sono da considerarsi come MASSIME e quindi devono essere raggiunte graduatamene.

    POLVERE DOSE(grani) PALLA(grani) VELOCITAメ(ft/sec)
    Norma201 27 50 3203
    Norma201 26,5 55 3109
    Tubal3000 23 50 3281
    Tubal2000 22 55 3051
    Tubal2000 22 60 2854
    WW748 26 50 3200
    WW748 26,3 55 3150
    HodgdonBL-C2 28 50 3428
    HodgdonBL-C2 27,5 55 3313
    Hodgdon4895 27,5 50 3468
    Hodgdon4895 26 55 3315
    Hodgdon335 26 50 3396
    Hodgdon335 25,3 55 3203
    HerculesR7 21,5 50 3195
    HerculesR7 20,5 55 3080
    HerculesR12 27 50 3335
    HerculesR12 27,5 55 3255
    HerculesR12 25 68 2925
    HerculesR15 28 50 3440
    HerculesR15 27,5 55 3400
    HerculesR15 25,6 68 3030
    V.N120 23,2 50 3312
    V.N120 22,5 55 3132
    V.N130 24,9 50 3368
    V.N130 24,1 55 3217
    V.N133 26,2 50 3398
    V.N133 25,3 55 3230
    V.N133 23 69 2827
    V.N140 26,9 55 3079
    V.N140 26,4 69 2922
    IMR4198 22 50 3115
    IMR4198 21,7 55 3067
    IMR4198 20 63 2544
    IMR3031 25,5 50 3257
    IMR3031 24,5 55 3076
    IMR3031 22,5 63 2777
    IMR4895 26,5 50 3115
    IMR4895 26 55 3030
    IMR4895 25 63 2860



    Marco Benecchi
    Immagini Allegate
    Ultima modifica di Marco Benecchi; 13/08/2014 alle 13:07
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  2. #2  
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    Marco, tra le tante proposte, qual'è la tua ricetta preferita?
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  3. #3  
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    Ciao Mirchi.
    In che senso?
    Come combinazione Arma, attacchi, ottica o come ricarica (polvere - palla)??.
    Saluti
    Marco
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  4. #4  
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    Intendevo palla-polvere in relazione al capriolo, ed eventualmente, se hai esperienza anche in merito ai nocivi. Poi visto che lo hai accennato sono interessato anche agli attrezzi del mestiere.
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  5. #5  
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    Per las caccia al capriolo con il 223 la migliore combinazione l'ho trovata nella palla SIERRA SPBT da 55 grani spinta da 26 grani di Vht N 140.
    E' precisa e molto potente. Con abbattimenti netti e puliti, almeno fino a 150 - 180 mt.
    La stessa combinazione la puoi usare anche sui novcivi senza grandi devastazioni. Io l'ho provata su marmotte e volpi con ottimi risultati.
    Chi mi conosce ben sa che prediligo armi da "caccia" quindi leggere e maneggevoli.
    Magari a discapito di qualche "millimetro" in meno di rosata non ho simpatia per le armi a canna pesante.
    Ottica di buon ingrandimento, meglio variabile max 14 - 16 x
    Reticolo fino ma non troppo. Buoni i Duplex, i 60, i 4 - 4 A Tds4
    Ciao
    Marco
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  6. #6  
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    Perfettamente d' accordo con Marco. Nella caccia di avvicinamento o all' aspetto tirare il secondo colpo e' da considerarsi un...fallimento! Quindi basta che l' arma sia PRECISA. In realta' non servono canne pesanti neanche per ottenere ACCURATEZZA (cioe' rosate strette) su pochi colpi sparati, tipicamente 3-4.
    Per la mia modesta esperienza una canna pesante pero' puo' tornare utile in altri contesti, ad esempio se la caccia che si pratica e' di puro appostamento e si spara parecchio (sia ai nocivi che al poligono). Negli altri casi, un tipico profilo tipo baverese con partenza (piu' o meno alla fine della camera) a 20 mm ed un diametro in volata a 16-16.5 mm per 60 cm di lunghezza e' piu' che sufficiente per ottenere 3 colpi che fanno un buco nell' altro. Se poi le canne e la carabina sono di livello qualitativo molto elevato puo' essere anche un altro pochino piu' leggera con volata intorno a 15-15.5 mm (nei calibri non superiori al .30-06 tipicamente). Non serve neanche spendere grosse cifre basta comprare una Tikka T3 Light che ha una canna non esattamente bavarese ma molto simile profilo e pesa complessivamente 2.8Kg. Adesso e' possible anche avere sulla Light il poggiaguancia regolabile che prima si avava solo sulla Varmint. Si chiama Light Adjustable.
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