“Anche quest'anno, sordi a qualunque richiesta ma soprattutto totalmente ignoranti in fatto di balistica – scrive - l'esercizio della caccia in Sardegna, anche agli ungulati (cinghiale) è consentito solo con il fucile ad anima liscia di calibro non superiore al 12”. Un punto incomprensibile secondo Simonetti, il quale sostiene che la canna rigata è, in un territorio caratterizzato da rocce granitiche come quello dell'isola, “intrinsecamente più precisa”, riduce il pericolo di rimbalzi e la perdita di capi. In compenso – ammette - hanno ritenuto opportuna l'obbligatorietà dei capi ad alta visibilità sia per i battitori ed i bracchieri che per le poste”.
Il calendario concede poi due giornate di anticipo alla tortora (2 e 5 settembre) e quattro complessive (19 e 26 settembre, 3 e 10 ottobre) alla pernice e una lepre (non più di due in totale), con limiti di abbattimento di 2 pernici. Limiti che Simonetti considera in contraddizione ai recenti monitoraggi che documenterebbero invece un incremento esponenziale soprattutto della specie lepre. Sui tordi obietta invece limiti al carniere criticando il passo indietro dell'amministrazione rispetto alle date di chiusura.