La marmotta è presente in tutte le Alpi, ma con grandi lacune di distribuzione.
Il suo habitat è rappresentato dai pascoli alpini al si sopra del limite dei boschi dove trova erbe e piante adatte alla sua nutrizione, un'ampia visuale per la sua sicurezza dai nemici naturali e molto sole per riscaldarsi.
L'attività delle marmotte si concentra nelle ore diurne. Da ottobre ad aprile cadono in un profondo letargo all'interno della tana foderata d'erba.
Prima del letargo si nutrono abbondantemente in modo da sviluppare uno spesso strato di grasso che può costituire fino al 20% del peso corporeo totale: un chilogrammo circa per una marmotta da cinque chilogrammi.
In piena estate trascorrono le ore intorno a mezzogiorno e le notti, nella loro tana.
Al termine del letargo i maschi cominciano subito un'intensa attività di demarcazione del loro territorio, soffregando le guance, e quindi un secreto ghiandolare che da esse proviene, su pietre o arbusti. Maschi intrusi vengono scacciati e si giunge a volte anche a lotte molto violente, spesso sanguinose e non raramente mortali.
Dopo 34 giorni dall'accoppiamento la femmina partorisce da due a sei piccoli che dopo sei settimane escono per la prima volta dalla tana.
In estate i maschi si mantengono spesso un poco a distanza dalla tana della madre ma in autunno la famiglia si raccoglie in una unica tana imbottita accuratamente d'erba secca. Le marmotte si dispongono a stretto contatto per disperdere meno calore possibile, di conseguenza le famiglie più numerose sopravvivono meglio all'inverno.
Le marmotte sono la preda principale dell'aquila reale. Anche la volpe cattura marmotte. Quasi tutti gli individui sono fortemente parassitati da tenie.