Ciao a tutti, qualche giorno fa a mia figlia ( 15 anni V° ginnasio) la prof. di italiano ha dato questo tema: "scrivi un pezzo ironico di cui sia protagonista un personaggio dello spettacolo o della politica" lei mi ha chiesto di aiutarla a trovare uno spunto e questo è quello che abbiamo partorito, ha me è piaciuta molto spero anche a voi.
Scrivi un pezzo ironico di cui sia protagonista un noto personaggio dello spettacolo o della politica.
Questa vicenda riguarda il ministro del turismo Michela Brambilla, nota ambientalista amante degli animali e soprattutto anticaccia.
Appena tornata all’attività parlamentare dopo le vacanze estive, la ministra decise di dare un cambio al suo look , optando per un taglio di capelli più corto e mosso e cambiandone anche il colore , passando dal rosso ramato ad un biondo cenere, uscendo dal salone di bellezza rimase molto soddisfatta del cambiamento che le conferiva un aspetto più giovanile e meno austero, aspetto che l’aveva caratterizzata fino a quel momento anche dovuto al ruolo istituzionale che ricopriva, insomma sembrava proprio un'altra persona.
Tornata a casa, trovò i suoi amati cani, Jack e Zara di razza setter inglesi, che noncuranti del cambiamento di aspetto della propria padrona la festeggiarono come al solito, le giornate a Roma enrano ancora calde e luminose, allora la ministra decise che loro tre, lei e i cani, si erano meritati una bella gita in campagna. Fece accomodare i suoi cani nel bagagliaglio della stationwagon, salì in macchina e si diresse fuori città alla ricerca di un po’ di campagna per far scorrazzare i suoi amati amici a quattro zampe, dopo circa mezz’ora di viaggio, giunta nei pressi di una bella pineta decise che quello sarebbe stato il posto giusto per trascorrere un paio di ore di relax. Parcheggiò l’auto al bordo della strada e fece scendere i cani, che cominciarono a rincorrersi e a giocare in quel paradiso di campagna, a quel punto la Brambilla si accorse di aver dimenticato il cellulare a casa ma non si preoccupò molto era li per rilassarsi e cosi non avrebbe avuto scocciature ed in fondo aveva tutto quello che gli serviva: la patente e qualche soldo per prendere un caffè e comprare un po’ d’acqua per i suoi cani. Mentre vagava per la campagna il ministro si imbattè in alcune trappole per uccelli messe li da qualche bracconiere iniziò a raccoglierle decisa poi a denunciare il fatto alle autorità e a continuare ancora più duramente la sua personale guerra ai cacciatori, mentre racoglieva i laccioli si imbattè in un coniglio selvatico che era rimasto intrappolato, era ferito ad una zampa e lei decise che non poteva lasciarlo li e lo portò con se, a quel punto si rese conto che Jack e Zara si erano allontanati troppo seguendo il loro istinto di cani da caccia, cominciò a chiamarli e li individuo oltre un piccolo ruscello, fece per raggiungerli quando scivolando sul bordo del ruscello fangoso cadde in acqua rovinosamente bagnadosi e sporcandosi di fango, recuperò i suoi cani e bagnata e sporca di fango si incamminò verso la macchina, mentre si avvicinava vide che accanto alla sua auto c’era una macchina della guardia forestale e due agenti che la stavano controllando, si avvicinò e pronta a far valere le sue ragioni di ambientalista si rivole ai due forestali qualificandosi per quello che era, cioè il ministro Brambilla, questi per tutta risposta quando la videro sporca di fango con un coniglio ferito e per di più con delle trappole in mano accompagnata da due cani da caccia sicuri che si trattasse di un bracconiere le chiesero i documenti che lei fù ben felice di mostrare sicura che a quel punto i due agenti si sarebbero scusati per l’eccesso di zelo, ma al momento dell’esibizione del documento i due agenti si trovarono davanti una donna bionda con i capelli corti mentre la patente riportava si il nome Michela Brambilla ma sulla foto c’era una dona con i capelli lunghi lisci e rossi, i due forestali gli sequestrarono le trappole e la selvaggina e la invitarono a salire sulla loro auto per accompagnarla in caserma, pronti a contestarle il reato di bracconaggio. Qulache ora più tardi l’equivoco si risolse, il comandante della caserma della guardia forestale si scusò con il ministro ma giustificò i suoi agenti dicendo che chiunque si sarebbe sbagliato perché guardando i documenti quella che avevano davanti era proprio un'altra persona.