Ancora oggi, a due giorni di distanza, non riesco a capacitarmi dell’accaduto, non riesco a realizzare e a darmi per vinto della sua scomparsa, della scomparsa di un pilota del motomondiale, uno delle giovani promesse più promettenti, tanto da essere considerato l’erede di Valentino Rossi persino dal Dottore stesso, che in lui si rivedeva da giovanissimo e che con lui aveva un rapporto speciale, duri e leali rivali in pista ma veramente fratelli fuori, rapporto che non mi sembra di aver rivisto in altri personaggi. Uno che si era subito fatto notare nella marea di piloti che tentano la via del professionismo, per quel suo modo di fare, scanzonato, spiritoso, scherzoso, sempre disponibile nei confronti degli altri, sempre col sorriso stampato nel volto, anche nei momenti per lui più difficili, dava sempre una carica positiva a tutta la sua squadra, senza demoralizzarsi dopo le cadute ma al contrario, risaliva più forte di prima, con la convinzione che hanno solo le persone che credono in se stessi e in quello che fanno, di quelle persone che sanno quello che vogliono e che daranno tutto se stesso per raggiungere il loro obbiettivo, ma che si fece notare anche per quel suo modo di essere, semplice e diretto, senza girarci troppo intorno, aveva il coraggio di assumersi le proprie responsabilità e diceva in faccia quello che pensava e che alla fine ti conquistava ed entrava nel tuo cuore senza che ti lasciasse modo di capire perché o come, era diventato uno di famiglia, un fratello, un Amico con A maiuscola che anche se non lo conoscevi di persona, si era fatto conoscere lui, ci aveva portato nella sua “cameretta” ci aveva parlato di lui, della sua infanzia, dei suoi genitori, della sorellina, si faceva trovare praticamente un week end si ed uno no in tv, a raccontarci le sue sensazioni, i suoi stati d’animo, sapeva farti sentire come se fossi li con lui, a gioire delle sue vittorie oppure a consolarlo quando il risultato non era soddisfacente. Segno di riconoscimento quella sua stravagante chioma, che rendeva il suo viso indimenticabile anche in chi non era un appassionato di motociclismo, e poi il suo nickname, preso dalle abbreviazioni della regia internazionale che gestiva la diffusione video delle gare, il Sic, che poi con il maturare dei risultati si trasformò in Super Sic.
Ancora non riesco a credere che non ci sia più, ancora non riesco a credere che dobbiamo dirgli addio in questo orribile modo, ancora cerco di svegliarmi da questo incubo, ma ancora non riesco a prender coscienza che invece e la dura e cruda realtà.
Se davvero esiste qualcosa dopo la nostra vita terrena, spero un giorno di rivederti sfrecciare in moto mettendo tutti gli altri partecipanti dietro, uno dopo l’altro.
Ciao
Le mie più sincere condoglianze alla sua famiglia