Ricordo ancora come fosse oggi, quando all'età di 19 anni abbattei il mio primo capriolo. Mio padre doveva prendere un maschio da trofeo e ne avevamo individuato uno molto vecchio. Soltanto dopo 27 uscite a vuoto ci siamo resi conti perchè fosse cosi vecchio. Si trattava di un esemplare molto scaltro. Difficilmente usciva allo scoperto e quando lo faceva lo faceva quando era praticamente buio.
Soltanto una volta ci fu offerta la possibilità di vederlo in buona luce ma si presentò ad una distanza di ca 400 metri oltretutto di punta. Quindi neppure pensare ad un tiro. Mio padre era ormai scoraggiato e non ne voleva piu sapere di uscire. Un suo amico e grande cacciatore ci consigliò di lasciare perdere quel capo e di dedicarci ad un altro capo. Si offri di accompagnarci e cambiammo completamente zona. Durante la mattinata avvistammo qualche femmina e qualche camoscio, ma di capriolo neppure l'ombra. Verso le 11 ci apprestammo a mangiare qualcosa davanti ad una vecchia stalla, continuando a scrutare il versante opposto della valle. Ad un tratto scorsi una macchia rossa in mezzo ai mughi. Tirai fuori il lungo ed individuai un maschio di capriolo sdraiato. Non c'era tempo da perdere. Iniziò la marcia di avvicinamento, attraversammo tutto un costone di montagna per portarci a ridosso del punto dove presumevamo fosse il capriolo.
Durante la marcia l'amico di mio padre disse: se lo vediamo facciamo tirare a Walter, disse. Mio padre annui. Non vedeva l'ora anche lui che io potessi finalmente dare sfogo alla mia passione. Giunti sul posto cominciammo a scrutare i mughi ma del capriolo non c'era piu traccia. Ad un tratto un movimento, una femmina di capriolo usci allo scoperto poco sopra dove prima avvistammo il maschio. Attendemmo qualche minuto e finalmente il maschio che nel frattempo si era alzato la segui. Una nuova occhiata attraverso il lungo confermò che si trattava di un maschio maturo, che aveva però un trofeo del tutto particolare. Il trofeo non presentava diramazioni ma era composto da due punte che finivano ricurve come un camoscio.
Mio padre predispose lo zaino ed il fucile e mi invitò a prendere posto.
L'emozione era enorme non riuscivo a controllarmi. Mi prese la febbre, un tremore in tutto il corpo.
Dopo qualche minuto riusci a riprendermi. Un occhiata con il telemetro e stabilimmo la distanza in 180 m.
Mi posi dietro al fucile ed inquadrai. Il maschio era coperto in parte da un tronco. Attesi qualche secondo, che in quel momento parevano interminabili minuti e finalmente il capriolo fece qualche passo in avanti. Ora era nel cannocchiale. Cercai la zampa anteriore, salii sulla spalla e mi portai qualche centimetro dietro ad essa. Attivai lo Stecher e iniziai la lieve pressione del grilletto.
Mentre ero intento a guardare attraverso il cannocchiale, venni sopreso dallo sparo.
Il caprio balzò in avanti e sparì dietro ad un mugo. Le femmna la vedemmo fuggire qualche metro avanti. Poi nulla.
Mi dissero di ricaricare e stare pronto. Attendemmo una ventina di minuti e quindi l'amico di mio padre mi diede una pacca sulla spalla e mi disse: "Waidmannsheil, hai preso il tuo primo capriolo".
Non capivo. Con il binocolo aveva intravisto il capriolo riverso dietro il mugo ormai morto.
Salimmo sul posto e l'emozione fu indescrivibile. Il capriolo giaceva con un perfetto colpo alla spalla.
Mi inginocchiai ed accarezzai il trofeo con le lacrime agli occhi.
Mi voltai e vidi mio padre con gli occhi lucidi e mi abbracciò
Iniziò cosi la mia vita di cacciatore