Quella che ..... poteva essere la prima lepre! –
25/02/2010,09:41
Fin da bambino ho avuto trasmessa da mio padre la passione per la caccia. Mi ricordo i pianti e i capricci quando magari andava al capriolo o al camoscio e io ero ancora piccolo (5 - 6 anni) e non mi poteva portare. Va detto che mio padre non ha mai avuto la patente e per andare a caccia con il suo amico Franz, partiva a volte alle 3 di mattina a piedi per raggiungere il paese vicino dove abitava il suo amico (e già qui sono ca 6 km) per poi andare a caccia con quest'ultimo magari facendo un altra scarpinata di 2 o 3 ore! Altri tempi.
Poi crescendo sono aumentate le occasioni per poterlo accompagnare. Mi ricordo che quando ancora non avevo la patente, prendevamo un taxi per raggiungere il paese vicino e da li andare a caccia.
Una bella mattina d'autunno, di quelle con quei colori che ti rimangono dentro, non so se avete presente, con alcuni amici si va alla lepre.
A quel tempo mio padre aveva Jork, un segugio italiano con sangue Pontenizza, un cane eccezionale morto purtroppo a 10 anni in seguito ad un ictus.
Insomma si vanno ad occupare le poste e si slegano i cani.
La nostra posta era ai bordi di una tagliata in mezzo al bosco. Uno spiazzo di circa 30 x 50 metri, costellata qui e li di piccoli abetini alti poco piu di mezzo metro e nel mezzo un fosso che la attraversava (probabilmente i resti di quello che una volta era un sentiero).
Jork prende subito la passata e comincia a segnare pastura, il suo scagno diventa presto quasi un lamento, segno evidente che la lepre era ancora molto vicina. Ad un certo punto un urlo e lo scovo. Parte la lepre con il cane attaccato a qualche metro.
La seguita però come spesso accade va nella direzione opposta a noi.
Attendiamo di udire magari una fucilata da parte degli altri cacciatori ma non sentiamo nulla.
Dopo ca 15 minuti sentiamo il cane lontano sopra di noi e abbiamo l'impressione che la seguita ritorni ora verso valle, praticamente verso di noi.
Passano qualche minuto e mio padre mi strattona indicandomi con la mano il bordo superiore della tagliata, dove un grosso leprone sta venendo verso di noi trotterellando.
Senza dirmi nulla, mi mette in mano il fucile!
Che dire, un emozione da farsela nelle braghe!
Imbraccio e in quel momento la lepre entra nel fosso e non riesco a vederla, ma non mi preoccupo perchè fintanto che rimane nel fosso e procede nella direzione dovrebbe venirmi proprio incontro.
Rimango con il fucile imbracciato tremante e proprio quando la lepre dovrebbe riapparire, sento delle urla dietro di me!
"Guarda, guarda, le lepre! E ci sono anche i cacciatori".
Una comitiva di fungaioli bresciani!
Inutile dire che con un scarto laterale la lepre è riuscita a sfuggire.
Che rabbia. Prima che potessi scaricare la rabbia su qualche fungaiolo mio padre pensò bene di togliermi il fucile dalle mani.
Già quella avrebbe potuto essere la mia prima lepre.
Si può dire che la caccia è sempre una questione d'amore.
Il cacciatore è innamorato della selvaggina; i veri cacciatori sono realmente amici degli animali. Mentre è a caccia, il cacciatore oltrepassa il suo ruolo; è infatuato dall'animale che ha avvicinato e che vuole catturare - null'altro esiste per lui, al mondo.
Tania Blixen