Fuori dalla galleria di san rocco,sull'A24,esco al casello di Tornimparte;la strada si innalza rapidamente e già dai primi tornanti intravedo il bianco sulle cime della Duchessa,"ma è impossibile..siamo appena a metà settembre e già cè neve!ma và al diavolo.."Aspetti quel giorno da un anno,lo immagini come vuoi,una rappresentazione onirica del tuo essere cacciatore,il giorno perfetto "tu,i fidi cani e i tuoi compagni di caccia",mancano le cotorne ma sai che sono lì ...sulle montagne e tu le desideri fortissimamente come una giovane amante:"neve del cavolo!ma si sa la speranza è l'ultima a morire:domani il tempo ci sorriderà".
La notte si presenta nella sua forma più malinconica, piove e fa freddo,sicuramente in quota sarà caduta altra neve,però si va: "sicuro che andiamo,venisse giù il finimondo,ma noi andiamo a cotorne".Sveglia alle tre del mattino:svolgimento dei soliti rituali di preparazione e dentro in auto,con fucili,zaini e borse con i vestiti di ricambio.I cani avvertono che sarà un giorno speciale,dopo tanti passati ad oziare o in allenamenti, divertenti si ,ma la caccia è altra cosa.Arrivati sul posto,1800 m.di quota ,ci attende la mattina di un precoce inverno:il gelido vento scuote le fronde dei faggi e trasforma la pioggia in spilli ghiacciati che ci percuotono il viso e si incollano sulle giacche.
Iniziamo a salire in quota e con noi la nebbia che,sospinta dal vento,abbandona il fondovalle ...in breve ci troviamo avvolti da un mantello di grigie nuvole;impossibile continuare e così decidiamo di fare una sosta,ci proteggiamo con le mantelle e attendiamo che il tempo decida per noi.Per fortuna un tè caldo e un goccio di grappa fanno sempre bella presenza nei nostri zaini,così tra un sorso e un ricordo,una risata e una maledizione contro le condizioni climatiche i minuti trascorrono.Finalmente la nebbia si è diradata e squarci di azzurro cielo affiorano tra le bagnate pareti,flebili raggi di sole indorano le bianche vette delle montagne,riscaldando noi e i nostri cani che, con rinnovata lena ed entusiasmo,riniziano a setacciare il territorio.Ci portiamo al di sopra del limitare dei faggi cercando di raggiungere le rocce più grandi fino a sfiorarle:"vedrai che i cunicoli ,scavati dall'erosione del vento e dell'acqua,avranno offerto un ricovero sicuro e asciutto alle coturnici".Billy,il setter bianco arancio di quattro anni,autentico dominatore della montagna e dei suoi abitanti avverte un'emanazione ,portata da una folata di vento ,e si esibisce in una serie di guidate e soste(!);vedendomi in difficoltà nel raggiungerlo, causa la presenza di brecciare e l'ascesa sempre più erta,si ferma e attende che mi avvicini per poi ripartire "quando si dice il collegamento!".Poi la ferma :il l cane si irrigidisce nei muscoli e proteso con il muso a valle indica un dirupo che si affaccia su di una parete verticale..in quei momenti,che siano pochi secondi o minuti,l'attesa è interminabile e rivoli di gelido sudore bagnano le tempie,le mani accarezzano nervosamente il grilletto della doppietta..tutto tace ,poi un frullo fragoroso(le ali producono un rumore metallico che bisogna viverlo per capirlo) e il cuore balza in gola..un colpo d'istinto e la sagoma dell'uccello che si ribalta su se stessa per due,tre volte prima di schiantarsi su una roccia cinquanta metri più a valle.Il cuore decelera,la tensione scende e finalmente posso esultare;il cane riemerge con la coturnice delicatamente stretta nella bocca..un riporto da manuale.Le immancabili congratulazioni al mio ausiliare,una carezza all'uccello delle rocce ..il tempo di ammirarne i colori sui fianchi,il rosso corallo del becco e delle zampe che il setter è di nuovo in punta a 50 metri.Una rapida corsa,quel tanto che basta per avvicinarmi e 2 cotorni partono come folgori gettandosi tra lo sfasciume di rocce...due colpi esplosi d'istinto il più velocemente che posso..un'altro cotorno va a riempire il mio carniere .l'altro cotorno riempie quello di mio padre che ,da dal basso ha visto tutto e con un colpo magistrale, ha fermato quello da me sbagliato.Non ho parole per descrivere la mia felicità se non dire che provo una gioia assoluta ,perchè "la felicità non può essere assoluta se non è condivisa con altri ,e chi meglio di un padre e un figlio può condividere tale sensazione?"
Il tempo minimo per congratularci reciprocamente e di nuovo cadono grosse gocce d'acqua che si trasformano in chicchi di grandine,così pesanti e duri che subito volgiamo i nostri passi in direzione del "rifugio Sebastiani".Zuppi e iinfreddoliti dalla tormenta ci sediamo sulle tavolacce che fanno da sedili, uno accanto l'altro come per riscaldarci reciprocamente.Un piccolo fuoco caldo e la grappa fanno il loro dovere,l'ambiente è confortevole e abbiamo anche modo di farci un breve sonno ristoratore con i cani sdraiati fianco a noi.E' sera quando abbandoniamo il rifugio e prendiamo il sentiero che ci riporterà alla jeep mentre stormi di fringuelli montani che attraversano velocemente le fronde dei faggi annunciano l'arrivo precoce dell' autunno.Giungiamo all'auto che la penombra della notte avvolge il bosco,le montagne della Duchessa sono ormai inghiottite da fosche e buie nuvole;siamo stanchi ma non una sola parola di lamento esce dalle nostre labbra,ci guardiamo negli occhi e sorridiamo contenti di aver vissuto un'altra meravigliosa avventura.In silenzio ringrazio la sorte che mi ha concesso la fortuna di assaporare i doni della montagna, i suoi sacrifici ma anche l'emozioni che sa dispensare...prego perchè questi momenti possono perpetuarsi negli anni futuri :"grazie Signore."
Monti della Duchessa,19 settembre 1982
M.della D.:Sevice(2331 m),Cafornia(2409m)Vena Stellata,Costone (2239 m.),Ginepro(1934 m),cima dell'orso (2203),Morrone(2141m),
ps:nelle immagini allegate si può osservare la stretta rassomiglianza dei luoghi che il sottoscritto ha descritto nel racconto e quelli rappresentati mirabilmente dal pittore Roberto Bianchi