Ma chi vvé conosce!
Mi gratto la “gulliver” (la testa) e cerco uno specchio: alle mie spalle non vedo fantasmi e nemmeno ombre nefaste. Sì sono sveglio. Allora adesso posso ricominciare a dormire, mi dico; dormire e sognare.
Dall’ “ombra” di un “governo ombra” che desidera di uscire dall’ ombra subita, pur se ob torto collo, dal volere dell’ elettorato, si odono elucubrazioni fastidiose, sentenze ripetitive ed inquietanti. Da gente che di caccia non ne sa una melanzana secca, da gente che -mi ripeto- conosce lo sforzo di caccia solamente dai “sentito dire” reiterati da chi dell’ argomento ne fa un’ arringa per conservare almeno l’ “ombra” di se stesso, beh, francamente, non me ne può fregare di meno.
Ricordate i personaggi accettati solo e se rigorosamente in giacca e cravatta, usciti giorni fa indenni dal seminario sulla caccia promosso dal Partito Democratico, Alfonso Andria, Ermete Realacci, Susanna Cenni, Roberto Della Seta, Danilo Selvaggi e per certi versi lo stesso Osvaldo Veneziano? E ancora: li avete mai incontrati a caccia? Da quanti anni, qualcuno di questi novelli untori dell’ ambiente aspetta come noi l’ apertura, le sue albe e i suoi tramonti? In quante e in quali occasioni -come gli Uomini dei Boschi- costoro hanno ringraziato Dio per aver fatto accarezzare loro i tesori di piume staccati dal cielo, abbarbicati com’ erano al sole e al vento; chi fra essi ha mai accarezzato il suo cane per ringraziarlo dell’ attimo fuggente, tanto fuggente da essere inseguito per tutta la giornata, vissuto con lui, e per lui, alla ricerca di un “isola” che in fondo non esiste che nell’ immaginario di noi, incurabili sognatori? Nessuno di costoro, meno uno(forse) ahimé, ha la licenza in tasca e la speranza nel cuore.
Pasolini mi concesse una battuta in “Accattone”: -”ma chi vvé conosce!?”. Era un film degli anni sessanta nel quale ebbi a recitare da comparsa. La battuta apparve al momento del tutto insignificante. Oggi, a distanza di anni, essa appare più che mai di attualità.
E’ vero, amici. E’ proprio vero: “ma chi li conosce!”. Perché se è sacrosanto poter parlare di un argomento avendone un minimo di conoscenza, dove hanno affinato, lor signori, il proprio sapere, la loro scienza, e se così non fosse, la loro protervia? Leggendo articoli tendenziosi e in cerca di facile popolarità rivolti esclusivamente alla gattara di turno? O guardando programmi tendenziosi che ci sciorina più o meno garbatamente la TV italiana ogni giorno? Perché solo chi è abituato a mescolare l’ acqua con il vino o chi pretende di vendere “elisir passaguai a base di code di lucertole cambogiane” alle fiere di strapaese, può arrogare con lo stesso ardire il diritto di insistere che la 157/ 92 “è una buona legge”!
La rivendicazione di un diritto inalienabile, quello dell’ autodeterminazione personale e del riscatto sacrosanto della propria dignità, vengono barattati con espressioni tendenziose e mortificanti come “estremismo venatorio”, “cancellazione di reati di bracconaggio”, “forzatura delle regole comunitarie”, “immissione di cinghiali sul territorio”, “la caccia nei parchi a pagamento”, “estremismi truculenti di chi vuol sparare a tutto e di chi vuole impedire tutto”, “atti irresponsabili”, e, per concludere, espressioni come “non si può costruire la fortuna politica di una coalizione sulla questione caccia”.
E’ la follia, amici? No. A questo punto, il grande quanto incolpevole Pasolini -bontà sua- mi avrebbe suggerito di aggiungere un’ altra battuta alla mia recita da quattro soldi: “ma che state a ddì!”.
Oggi in parlamento, tutti possono parlare di caccia, ma non i cacciatori veri. Perfino gli animalisti di destra o di sinistra, perfino chi è contro la caccia per mero spirito di contraddizione, si sente legittimato a parlare gratuitamente di attività venatica. Perfino quando i criteri appena enunciati ricalcano di per sé un modo puerile e subdolo di propinare alla politica e all’ opinione pubblica marchiane bugie volute da pochi al posto di verità cristalline sospirate -invece- dalla stragrande maggioranza degli Uomini dei Boschi.
CACCIA AMBIENTE in casi come questo si propone quale ago della bilancia, consapevole com’ è di rappresentare lo zoccolo duro e la parte più nobile della Ruralità italiana.
E sapete perché? perché, al contrario di tutti gli altri, i problemi venatici li vive sulla propria esperienza e su quella dei propri simpatizzanti.
Dott. Sergio Gunnella
DEL PARTITO CACCIA AMBIENTE