Corsu sempre corsu –
21/09/2010,10:05
Questo racconto è stato fatto a 6 mani con i miei amici di avventura Fabio e Simone e avevo piacere di condividerlo anche con voi.....

Per me che sono alla prima esperienza in terra corsa ci sarebbe da scrivere un libro, e non un semplice report.
I profumi, le sensazioni, il piacere di passeggiare e pescare su certe scogliere la mattina prima dell’alba, o durante una scaduta sono uniche e irripetibili, non facilmente riportabili su carta (o su web) ... soprattutto paragonate alle coste laziali che sono costretto a frequentare.
Come premessa, anche per chi sostiene che abbiamo praticamente cappottato :smt005 :smt005 :smt005 , siamo andati a pesca soprattutto la mattina presto, prima dell’alba, e solo in un altro paio di occasioni fuori dai soliti orari “da barracuda” per poter conciliare le esigenze nostre e delle nostre famiglie in vacanza.
I pesci sono usciti, soprattutto barracuda a causa sia delle condizioni incontrate (un paio di scadute, il resto del tempo mare piatto) che, come già detto sopra, degli orari “imposti” (soprattutto alba, qualche tramonto, due sole uscite pomeridiane).
Io ho pagato lo scotto della prima esperienza in scogliere vere, prendendo parecchi meno pesci dei miei due compagni di pesca (Fabio ullrich e Andrea quasar), ma sono comunque soddisfatto di come sono andate le cose.

Veniamo alla cronaca.
Iniziamo subito con la prima alba in condizioni al limite della pescabilità, nonostante la zona di pesca relativamente riparata. Solo qualche occhiata fino all’orario “consentito”.

Questo non ci scoraggia dal provare tecniche nuove e attrezzature innovative. Qui sotto un prototipo in fase di brevetto di un nuovo porta artificiali 

Unica accortezza ... attenzione al rientro, quando ci si siede in auto ... :smt005
Niente pesci seri, io in compenso mi sono giocato la digitale, grazie ad un’onda anomala i cui schizzi sono saliti fino ai 5 metri di altezza da dove pescavo, mentre fotografavo il mio scappotto corso, uno sciarrano su un searock da 40 grammi :smt021 :smt021 :smt021
Quello stesso pomeriggio uscitina di un’oretta sotto il camping, qualche occhiata per me e un bel sarago per Andrea (non fotografato), Fabio in turno di riposo :smt015
Alla pesca si alternano altri tipi di piacere, murena alla brace, cotta direttamente in spiaggia :smt016 , con un eccellente spiedo autocostruito da Andrea


E anche la raccolta di erbette aromatiche (rosmarino, mentuccia, finocchiella e aglio selvatico) ha la sua parte :grin:

Ma torniamo seri … :smt005 :smt005 :smt005 :smt005 :smt005 … e parliamo ancora di pesca.
A causa delle condizioni meteo (praticamente bonaccia) la pesca si concentra sui barracuda, che mangiano in un intervallo non superiore alla mezz’ora subito precedente l’alba, poi niente piu’.
Hanno gradito i jerk lunghi, primi fra tutti i classicissimi tide e toto’ e i mommotti 180, in bianco o comunque colorazioni chiare

In queste occasioni Andrea, vero mattatore, sembra emanare luce propria

Qualche volta abbiamo sperimentato alcuni spot nuovi.
Anse, schiuma e acqua bassa che ispirano “spigola”, e dove, invece, stanno i soliti barracuda, qui Fabio con uno di questi

Mentre a me una bella mangiata su un wtd aveva veramente fatto sperare nella regina, e invece ... :smt021 :smt021 :smt021

Quella stessa mattina Andrea perde il primo big, che dopo una fuga molto violenta e inarrestabile decide di spaccare sulle rocce :smt009 (ricciola presunta, per le cacciate sulle aguglie viste poco prima dell’abboccata)
Si susseguono le albe e i barracuda, fino al venerdi precedente la partenza.
Il mare, ingrossato da un giro di vento libeccio-maestrale, sembra calmare leggermente. Decidiamo quindi di provare su una punta non molto lontana, che dovrebbe consentirci di pescare un po’, almeno nelle zone piu’ a ridosso del vento.

Finora avevamo allamato solo un big (la presunta ricciola persa da Andrea). Stavolta, per non fare torti a nessuno, a parte qualche pescetto recuperato, tocca perdere un bel pesce ciascuno.
Inizia Fabio, con una ricciola stimata sui tre kg e portata fin sotto, che decide alla fine del combattimento di puntare sulle rocce sotto i suoi piedi, incagliare l’artificiale e slamarsi.

Dopo 10 minuti tocca a me, accanto alle rocce semiaffioranti che si vedono in alto a destra

Pescetto bloccato sui primi tre giri di mulinello, sullo SL17 sinking (l’unico che riuscivo a lanciare controvento e a far stare in pesca), 10 secondi di fuga violenta senza che io potessi far nulla, slamata con le ancorette perfettamente integre :smt089 :smt089 :smt089
Infine tocca ad Andrea, che si era allontanato un po’. Lo vediamo in lontananza andare per parecchio tempo avanti e indietro, destra e sinistra sulla scogliera con la canna in mano, poi ad un certo punto si ferma, posa la canna e inizia a camminare in tondo, e capiamo che aveva perso un bel pesce :smt009 .
In una decina di minuti di tira e molla era riuscito a portare a galla un dentice stimato sui 7/8 kg, poi l’ultima risacca, prima dell’onda che avrebbe dovuto portarlo in secca, fa strusciare sugli scogli il terminale che cede.
Cose che capitano, soprattutto con pesci importanti ... ma tre in due ore di pesca sono un po’ troppe :smt067 .
Subito dopo il denticione perso, il tempo per Andrea di smaltire la rabbia e rifare il terminale, al primo lancio nello stesso punto esce il nipotino

Infine, non potevo tornare a casa senza un paio di ricordini “da scogliera”. Il primo sul mio ginocchio e una mano, e poteva andarmi peggio

Il secondo un po’ piu’ tranquillo …

Qualche considerazione sulle attrezzature usate.
Fabio e Andrea hanno pescato prevalentemente con Labrax, Stella/TP e Certate, mi pare non ci sia altro da aggiungere.
Io ho maltrattato in scogliera la mia Legend 1oz come una SCV non meriterebbe, e si è sempre comportata egregiamente. Sensibile con mare calmo ed esche piu’ piccoline, inaspettatamente cattiva con mare mosso e vento, a sparare a tutta forza SL17 sinking quando necessario.
Le esche piu’ gettonate, come già detto, sono state i classici tide, toto’ e mommotti, in varie misure, con una preferenza per questi ultimi da parte dei barracuda (li abbiamo anche usati parecchio).
Con le canne che abbiamo usato e il 20lb in bobina, il punto debole in certe condizioni si sono dimostrate le ancorette. Io e Andrea abbiamo perso due bei barracuda a causa, anche, della loro apertura. Per l’anno prossimo sostituiro’ quelle di serie con versioni della stessa misura ma un pochino piu’ robuste. L’eventuale variazione di nuoto con sbacchettate violente e/o schiuma e corrente non dovrebbe essere significativa sul numero di attacchi.
Alla fine del report, una foto simpatica, con tre pescetti presi dai nostri figli, e che comunque lascia leggere tra le righe un paio di piccole verità

La prima è che pescare sulle coste laziali (in zone non vietate) e in Corsica e luoghi simili è “leggermente” diverso come resa (fermo restando il fatto che il pesce va comunque sudato, e noi sappiamo quanti km in scogliera ci siamo macinati).
La seconda è che a volte ci facciamo troppe seghe mentali sui recuperi jercati/sbacchettati/carpiati. Ogni tanto (forse piu’ spesso di quello che si pensi) basta lanciare e recuperare, al resto ci pensa il pesce (quando c’è).
Ciao
La vita è come un Luna Park, giochiamola!
- Andrea -