Il surf-casting significa, in inglese, "lancio oltre le onde”. Il segreto di questa tecnica sta nella perfetta conoscenza del campo di pesca. ll contatto con la natura è molto e diventa davvero indispensabile conoscere e saper leggere il mare, l’andamento dei fondali, la loro composizione, i giochi di corrente tutte quelle cose che ci permettono di decidere dove e come lanciare l’esca. Le zone ideali sono rappresentate dalle lunghe spiagge parallele alla costa, caratteristiche dei litorali tirrenici e adriatici; oppure, le distese sabbiose che chiudono ad arco le grandi baie.
Per il surf-casting le canne devono essere lunghe circa 4 m, leggere ed elastiche per favorire al massimo la precisione e la fluidità dei lanci. E bene scegliere anelli guidafilo a basso coefficiente di attrito. I mulinelli usati sono sia a bobina fissa sia a tamburo rotante. Ami ed esche vanno scelti in funzione del pesce che si vuole insidiare. Preferire comunque gli ami a gambo lungo per la migliore tenuta dell’esca. lmportantissima la scelta dei piombi, che avranno forma piatta o a piramide, peso elevato, mobili o posti in fondo alla lenza. Spesso i piombi per il surf-casting sono armati di rampini che mantengono ferma l’esca ancorandosi ai fondali.
ll terminale e fissato con una girella alla lenza madre, il piombo e posto in fondo, e sopra di esso ci sono due o tre braccioli lunghi circa 30 cm, distami tra loro 50-60 centimetri.
A questo punto si e pronti per il lancio, effettuato il quale si inserisce la canna nel suo bravo reggicanna e ci si predispone alla paziente attesa, che può anche dimostrarsi lunga.
L'abboccata si preannuncia con alcuni evidenti tocchi, poi la lenza si tende piegando con decisione il cimino, segno che il pesce si sta allontanando con l'esca in bocca. Allora si interviene con l'azione di recupero, stancando il pesca e cercando di spiaggiarlo e non tanto di guadinarlo.
Il serf-casting e spesso praticato nelle ore notturne, quando cioè numerose specie marine si dimostrano più attive nella ricerca del cibo.