Discussione: La caccia al cervo, al capriolo ad al camoscio.

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  1. #1 La caccia al cervo, al capriolo ad al camoscio. 
    La caccia al cervo, al capriolo ad al camoscio nel nostro Comparto Alpino è consentita solo nelle giornate di mercoledi e di domenica. La caccia di selezione al camoscio ed al capriolo è organizzata in distretti; il comparto viene quindi diviso in 3 settori delimitati da confini geografici individuati anche su una carta edita dal Comparto ed i cacciatori dopo averne scelto uno di loro gradimento non possono più spostarsi. Questo non vale per il cervo per la cui caccia ci si può spostare liberamente in tutto il territorio. Per la caccia al cervo il calibro minimo è di mm 7 con deroga per il .270 mentre per il camoscio e per il capriolo il calibro minimo è il 6 mm (resta fermo il limite minimo di 40 mm per il bossolo).
    La caccia al cervo :
    viene divisa in due periodi: il primo periodo di sette giornate inizia la prima domenica di settembre e si chiude dopo le sette giornate di caccia.
    Il secondo periodo di cinque giornate (si intendono sempre le giornate consentite di mercoledi e di domenica) con inizio la prima domenica di novembre.
    Nel primo periodo si possono abbattere solo i cervi maschi adulti, i fusoni e le femmine adulte, per un massimo di tre capi di cui un solo maschio adulto o un fusone.
    Nel secondo periodo un massimo di tre capi di cui una sola femmina se rimasta dal primo periodo altrimenti tre piccoli di classe 0.
    In totale si potranno abbattere un massimo di cinque capi ed in ogni caso ci sono dei piani, e per evitare sforamenti da detto piano di abbattimento, la caccia potrebbe potrebbe chiudersi anche prima del raggiungimento del numero totale previsto.
    Il cacciatore che si appresti ad affrontare la caccia al re delle nostre foreste deve mettersi in testa che è un animale che può raggiungere i 180 kg di peso ed ha una vitalità (il maschio) incredibile. Se è nelle riserve, si fa avvicinare ed incontrare con facilità ma nei terreni di caccia non è più cosi’. Non è raro trovarselo davanti alla macchina in ogni luogo, anche in paese, ma nelle zone di caccia lo si vede, se lo si può vedere, a 250- 300 metri.
    Più viene cacciato e più diventa furbo tenendosi fuori tiro annusando l’aria e scomparendo come un fantasma. Se si conoscono bene i luoghi e le abitudini lo si può aspettare al mattino, sempre tenendosi sottovento, quando esce nelle radure a mangiare . Gli abiti non devono essere impregnati di fumo di sigarette e di cucina, l’ideale è avere delle mimetiche lasciate nei fienili e sporcati con foglie e terra umida. Un mio amico, grande cacciatore di camosci, lasciava i vestiti da caccia nel bosco dietro casa, si metteva in tasca foglie e sterco di animali selvatici, si sporcava di terra da sembrare un evaso da Sing Sing e si avvicinava sottovento senza farsi ne notare ne sentire. Aveva un vecchio Smith Rubin cal. 7,5 x 55 senza cannochiale! Si puliva la bestia sul posto e poi se la metteva in spalla e scendeva da posti incredibili.
    Durante la stagione di caccia chiusa bisognerebbe seguire gli animali per capire dove vanno a mangiare e poi, come vuole una antica tecnica di caccia, sciegliere il cervo già da allora.
    Purtroppo, a caccia aperta le cose cambiano, gli ambienti vengono disturbati, le abitudini sconvolte. Le prime fucilate (pensate ai colpi di carabina fra le montagne!) sconvolgono l’ambiente e non è più facile cacciare con metodo. Il calibro ideale per il cervo è il 7 mm Remington Magnum, con il .300 W.M. si possono tentare tiri più lunghi tenendo presente che l’animale andrebbe fulminato, mai sparare se non si è sicuri di istantaneo abbattimento. Piuttosto lasciare perdere. Diana darà altre occasioni. Vantarsi al bar per aver abbattuto un cervo a più di 300 metri in zone boscate non mi sembra onorevole. E’ solo fortuna. Basta un po di vento, un piccolo rametto invisibile, il batticuore, la fretta e si finisce per ferirlo. Personalmente mi accontenterei di un unico bel cervo coronato lasciando ad altri il compito della selezione. Forse sbaglierò a pensarla cosi, ma non posso andare contro la mia natura. Andare al cervo significa, doverlo sviscerare almeno, prima della visita al comparto ed avere una forza da terribile Hulk per trasportarlo!!
    Bisogna essere in squadra! Ed andare anche d’accordo.
    I cervi sono ungulati, artiodattili,ruminanti, plenicorni o cervidei (o cervidi) Il nostro è il Cervus Elaphus con corna a rami, detti palchi, che cadono a fine febbraio durante la muta e vengono sostituiti con altri con ramificazioni più numerose.
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  3. #2 Riferimento: Caccia di selezione 
    Il precedente scritto merita una precisazione. Dove dico dico aspettare al mattino intendo quando non si vede ancora un bel niente e si aspetta l'orario di apertura. Il cervo è un animale ad abitudini diciamo "crepuscolari", (mi si conceda la licenza) ed è proprio per questo che occorrono ottiche con grande potere crepuscolare, molto luminose e di ottima qualità come gli Swarosky o gli Zeis. Forse noi risentiamo molto delle abitudini della caccia mitteleuropea nella scelta non solo dei cannochiali ma anche delle armi. Molti qui amano il basculante ad una o due canne (Bock, Drilling combinato ecc.).
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  4. #3 Riferimento: La caccia al cervo, al capriolo ad al camoscio. 
    Durante la stagione degli amori la possibilità di avvicinare il cervo è più facile anche con l'uso di richiami ed odori, infatti diventa meno attento e più incline al controllo dell’intruso al quale si avvicina con atteggiamento di attacco. E’ il periodo della caccia al bramito, ma, siccome il periodo degli amori inizia verso la metà del mese di settembre e si protrae fino alla prima decade di ottobre, in questo arco di tempo la caccia al cervo è chiusa (vedi i periodi nel precedente scritto).
    Gli scontri fra i maschi per il controllo del branco e delle femmine sono molto cruenti ed un giovane cervo non può competere con coronato da 200 Kg, quindi deve aspettare la sua maturità e sperare di diventare forte. Per quanto riguarda poi l’aggressività ci pensano gli ormoni.
    Per le femmine che vivono nel branco con il maschio dominante, il parto avviene a maggio, primi di giugno e difficilmente vengono alla luce due cerbiatti. Il piccolo viene allattato per quattro mesi ma a volte fino al merzo successivo, poi il giovane cerbiatto rimane ancora nel gruppo per un po per poi diventare indipendente. Raggiunge la maturità al secondo-terzo anno di vita.
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  5. #4 Riferimento: La caccia al cervo, al capriolo ad al camoscio. 
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    Citazione Originariamente Scritto da ferniswolf Visualizza Messaggio
    Gli scontri fra i maschi per il controllo del branco e delle femmine sono molto cruenti ed un giovane cervo non può competere con coronato da 200 Kg, quindi deve aspettare la sua maturità e sperare di diventare forte. Per quanto riguarda poi l’aggressività ci pensano gli ormoni.
    a quanti anni la sua maturità?
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  6. #5 Riferimento: La caccia al cervo, al capriolo ad al camoscio. 
    Al secondo -terzo anno, ma dipende molto dal suo corredo genetico e dalle stagioni. Inverni facili aiutano ma non selezionano.
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  7. #6 Riferimento: La caccia al cervo, al capriolo ad al camoscio. 
    Non si può pensare al capriolo senza ricordarsi di una frase del Sergente delle Nevi che è scomparso da poco, Rigoni Stern che a proposito di questo piccolo cervide disse che un bosco senza caprioli è un bosco morto.
    Il nostro capriolo (capreolus capreolus) è in presenza stabile su tutto l’areale alpino, nell’Italia settentrionale e centrale fino nella provincia di Grosseto che ne fa da confine territoriale. Lo si trova poi nei parchi nazionali e nella riserva Presidenziale di Castelporziano nella varietà capriolo italico (capreolus italicus).
    Il suo verso è un abbaiare (scrocchio), roco nel maschio con tonalità diverse a seconda dell’età dell’animale con significato anche di allarme. E' più alto e sonoro nella femmina. La femmina ed i piccoli si chiamano con fischi nasali ed a volte si possono udire altri suoni come strani lamenti.
    Il maschio sfrega il palco sui tronchi e sugli arbusti per segnare il territorio. Lo sfregamento fa seccare i rami che si rendono visibili nel verde e sono segnale della sua presenza. Cosi come l’ormone rilasciato dalle ghiandole retrocornuali e l’odore della tipica raspata sul terreno fatta battendo lo zoccolo denunciano la presenza di un maschio che segna il territorio (ghiandola interdigitale). I maschi sono un pochino più grandi delle femmine ed hanno un corpo più robusto con una lunghezza che va da 100 a 130 cm. Il loro peso varia dai 18 ai 32 kg. secondo l’età; il massimo sviluppo si ha dai 2 ai 7 anni. La sua morfologia lo adatta bene all’ambiente fittamente boscato dal quale trae la sua alimentazione fatta di germogli e gemme tenere, amando anche i prati con del buon trifoglio. Il mantello è rosso d’estate e diventa scuro in inverno. Se allarmato scappa con scatti veloci e brevi, non è adatto alla corsa denunciando dispea gia dopo circa 250 metri. Non è adatto alla corsa su terreni sconnessi ma è un buon saltatore. Non penso che possa saltare più di 120 cm ma forse in caso di pericolo potrebbe arrivare ad un salto di tre metri di altezza e di cinque di lunghezza. La vista è un po debole, è daltonico o forse non distingue bene i colori, un oggetto immobile con contorni che si confondono nell’ambiente circostante non viene rilevato.
    Il periodo degli amori va dalla seconda decade di luglio fino alla metà di agosto. I maschi difendono il loro territorio dagli intrusi e combattono fra di loro come i loro cugini più grandi.
    Le femmine richiamano i maschi emettendo un particolare grido, poi si lasciano corteggiare per lungo tempo correndo in cerchio intorno ad un albero e ad un cespuglio.
    Da agosto, periodo della fecondazione, l’uovo rimane quiescente fino in inverno, a dicembre. Il parto avviene a maggio - giugno, le giovani partoriscono un solo piccolo mentre nei successivi parti sono quasi sempre gemellari con un maschio ed una femmina.
    Classi: classe 0 i piccoli con meno di 12 mesi, classe 1 tra i 12 ed i 24 mesi, classe 2 più di 24 mesi (adulti).
    E tenendo presente queste caratteristiche la difficile caccia alla cerca può dare anche qualche risultato. Si cercano prima i segni che il capriolo lascia sul terreno, sui tronchi e quei rametti che si sono seccati, visibili nel verde. Si procede sottovento, mimettizzati e pronti a bloccarsi ad ogni segnale (se state fermi lui non vi vede. Però vi sente!). Se fate rumore con i passi non sperate di incontrarlo, lo sfregamento degli abiti e rumori metallici lo allontanano. A questo punto occorre fermarsi per lungo tempo per far tornare l’ambiente alla normalità.
    Se viene spinto verso di voi da altro possibile disturbo potreste trovarvelo davanti improvvisamente. Sorpreso si blocca e vi guarda per poi sparire tagliando i sentieri ad angolo retto. E’ buona tecnica, comunque, fermarsi spesso ad usare il binocolo per controllare i dintorni oppure decidere di aspettare che esca a brucare stando nascosti sottovento vicini ad una radura.
    L’abbattimento di un capriolo per caso o per fortuna non da senso di caccia e non crea soddisfazione e lascia qualche cosa di amaro. Solo se la caccia è sofferta, studiata, se si riesce ad integrarsi con l’ambiente ed a capire quello che l’animale vuole fare, se lo si è ascoltato e spiato per lungo tempo allora tutto questo ha un senso. Permettetemi, nei miei scritti, di esternare una minima parte del mio pensiero e di come intendo io rapportarmi con un mondo dal quale noi uomini ci allontaniamo sempre di più.
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  8. #7 Riferimento: La caccia al cervo, al capriolo ad al camoscio. 
    Ragazzi, ho scritto fin qui qualcosa su quella fauna nobile delle nostre montagne e prima di passare in "alta quota" per trattare il camoscio mi piacerebbe sapere da voi se avete trovato qualche inesattezza ed anche avere qualche parere. Penso che anche altri avranno, se non cacciato, magari osservato o studiato qualcosa sulla fauna alpina e un apporto sarebbe di interesse per tutti. Grazie
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  9. #8 Riferimento: La caccia al cervo, al capriolo ad al camoscio. 
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    grazie ferni per l' ottime informzioni dateci! lo trovati molto interessanti e scritti molto bene.
    grazie. aspetto di leggere i tuoi nuovi e interessanti thread
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  10. #9 Wink Riferimento: La caccia al cervo, al capriolo ad al camoscio. 
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    ho sempre trovato interessante la caccia agli ungulati, vuoi per la mole della preda che ti fa schizzare il cuore dal petto al solo pensiero di riuscire a portare a casa una preda così, vuoi per il fascino dei luoghi in cui si svolge, nel ringraziarti per l'ottimo lavoro svolto attendo i tuoi nuovi ed avvincenti thread per condividere insieme questa passione , a presto .
    Pensa al tuo sogno più bello a ciò che ti rende felice,
    alla magia di aprire gli occhi ogni mattina e sentirsi vivi e fortunati,
    non fermarti, non accontentarti, tutto è possibile
    devi solo provarci sempre
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  11. #10 Talking Riferimento: La caccia al cervo, al capriolo ad al camoscio. 
    avvincente tipo di caccia, sembra più una scelta di vita che uno "sport"
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