Una vera e grande passione!!
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Una vera e grande passione!!
Credo si possa riassumere in due parole: la caccia...è vita!
Una cosa bellissima, si potrebbe dare una spiegazione, ma è molto difficile, perchè riveste tante emozioni .:D
qualcosa di grande
la caccia è passione ma anche una forma di vita
Per me la caccia è passione ed è piena di ricordi.
Da quando avevo 12 anni seguivo mio padre nelle giornate di caccia, e per paura che la mattina presto non mi chiamasse restavo sveglio tutta la notte.
Poi verso i 17 -18 anni la passione sie spostata alla "passera", poi l'ambiente universitario ha fatto il resto, fatto stà che mi sono totalmente allontanato dalla caccia, poi nel 1996 mio padre (58enne) ebbe un ictus cerebrale con emiparesi, lasciai tutto e mi dedicai alla sua vita in modo totale, perchè in cuor mio sapevo che ogni giorno che l'avevo vicino dovevo ringraziare DIO.
Un giorno parlando del piu e del meno, il discorso andò a finire sulle belle giornate passate con gli amici a caccia, e disse: "sono + di 5 anni che non provo piu un tordo".
Al suono di quelle parole, mi sentii inutile, vuoto, nel non riuscire a dare a mio padre una sciocchezza, mentre lui a me aveva dato tanto, chiesi ad un suo amico cacciatore, e la sera avevo 5-6 tordi fumanti.
Decisi di fare la domanda e presi il pda nel luglio del 2002, non vi dico quando portavo i primi tordi/merli/colombacci, la prima becca sparata davanti ad al cane del mio amico com'era felice, li prendeva in mano e li scrutava,li ammirava, mi spiegava tutto sul loro comportamento, sulle abitudini, mi parlava dei posti dove era piu facile trovarli......... purtroppo il 19 febbraio del 2003 morì, portandosi via una parte di me.
Molte volte vado da solo a caccia esclusivamente per ripercorrere quei posti dove, a 12 anni sparai il mio primo passero, e poi ancora fanciullo ero stato con mio padre.
P.S. scusate se mi sono dilungato. ciao
Vincenzo hai solcato il mio viso
Complimenti per la franchezza...
In parte è per una motivazione simile che ho deciso di prendere il PdA: quando avevo 10 anni i miei si separarono, per vari motivi e, sebbene si guardarono bene dal fare scenate o litigate in presenza dei figli, il primo anno fu pauroso, in particolare perchè erano anni strani nella mia città: avevamo subito tre rapine in casa in due anni e per due volte mio padre aveva cacciato i ladri di casa armato di fucile, per cui, nella mente di un bambino, lui rappresentava sicurezza. Andato via lui, mi sono sentito senza protezione, con tutto quello che ne derivava. Dal momento che mio padre non era della città dove stavo io, ci allontanammo molto, ci vedevamo poco soprattutto d'estate causa il suo lavoro e quindi cercò un modo di riallacciare i rapporti, iniziando a portarmi a caccia con lui, rinunciando alle lunghe giornate alla posta per farsi seguire da me in delle piacevoli passeggiate se non era troppo brutto tempo.
Fino a 18 anni lo seguii parecchio, finchè ebbe un incidente e si ruppe una vertebra, cosa che gli impedì di andare a caccia. Per 5 anni, notevolmente influenzato dal suo medico, ha cercato di fare solo fisioterapia, evitando l'operazione, con il risultato che per quel tempo stava più a letto che in piedi e non riusciva a portare niente che pesasse più di due chili...fino a quando, un anno e mezzo fa, parlando delle giornate passate insieme, iniziammo a ricordare le cacciate e i suoi occhi si fecero quasi lucidi. Da quel momento, in poco tempo avevo tutto pronto per l'esame venatorio, sperando che vedermi con il porto d'arma gli desse una mossa per fare l'operazione.
Circa tre mesi dopo lo chiamai uscendo dall'esame venatorio, con il PdA in mano e si mise a piangere per telefono, 15 giorni dopo partivamo entrambi per ReggioEmilia, per effettuare l'operazione...
queste sono autentiche e vere storie di vita...complimenti e in bocca al lupo per tuo padre.:grazie
Grazie ragazzi per i vostri racconti, che ci mostrano quanto sia importante per voi la caccia e che motivazioni piene di significato vi abbiano spinto ad accostarvi a questa grande passione..
Anche per me è stato così.. io non ho mai potuto avvicinarmi al mondo della caccia da piccola in quanto mio padre era contrario, ma riuscivo a imparare alcune cose seguendo mio nonno che era un cacciatore devoto..
Crescendo ho sentito sempre più curiosità verso questo mondo..
Poi ho conosciuto anche mio marito e con lui questo cerchio si è chiuso e io ho iniziato a farmi entrare nel sangue questa passione..
però prima che potessi comprenderla e dedicarmici a pieno, mio nonno morì, mi si spezzo il cuore e io sentii che più che mai dovevo continuare ad alimentare il fuoco della mia passio ne e continuare a viverla per tutti e due..
Credo che quando accade una cosa simile, coltivare quella passione sia un pò come ricordare quei momenti e quelle persone...credo che alcune persone lascino il proprio essere più nei posti ai quali erano legati che nel luogo in cui viene deposto il proprio corpo.
Per me la caccia è una passione e come tale è difficilmente controllabile, viene da dentro, probabilmente dal sangue, è amore, perchè solo per amore sei disposto a fare cose che per la maggioranza della gente hanno poco significato.
Mio nonno era cacciatore, ed era anche il mio personale mito, come succede a molti ragazzi ai quali piace anche il lavoro che il proprio nonno fa.
Lui, poteva andare a caccia poco, perchè purtroppo doveva lavorare in quanto era il tuttofare del paese e perciò quando lo chiamavano doveva "correre".
Siccome era sempre impegnato avevo il timore reverenziale di chiedergli di portarmi con lui, cosa che poi, con l'andar del tempo capii quanto sciocco fosse stato; tempo addietro gli chiesi cosa dovessi fare per poter andare a caccia e mi disse tutta la trafila da fare e mi disse che era difficile passare l'esame e non ne feci più niente.
Ha avuto 3 figlie e "non erano tempi" per le donne a caccia, questo ha portato a "saltare" una generazione di cacciatori.
Poi, quasi per scherzo, un giorno assieme ad un mio amico siamo andati a sparare al poligono, da lì sentii ribollere il sangue, ora sono felicemente cacciatore, ma nonno non c'è più, anche se mi accompagna ad ogni uscita.
Difficile riassumere con le parole quello che rappresenta la caccia per me. Quando sono a caccia mi trovo proiettato in un mondo nuovo e nello stesso tempo antico. Mi sento parte indissolubile di un tutto. Ritrovo me stesso in un viaggio interiore che è interrotto solo dallo sparo del fucile. Il resto è il dolce suono dei miei pensieri