• Abbattimento e controllo della proliferazione dei cinghiali



      Il popolo del web ha detto “sì”. Il sondaggio del Piccolo si è chiuso, ieri pomeriggio alle 18.30, con un risultato piuttosto netto: il 62% dei votanti, infatti, si è espresso con un clic a favore dell’abbattimento e del controllo della proliferazione dei cinghiali. Sono stati complessivamente 3.277 i votanti, di questi 2.040 hanno formato la maggioranza, il fronte del “sì”. I contrari sono risultati 1.237, ovvero il 38%.
      Il sondaggio lanciato dal Piccolo è stato attivato per chiedere a triestini e non un’opinione sulla decisione della Regione che nei giorni scorsi ha annunciato un aumento «della pressione venatoria» dopo che lunedì scorso un residente a Longera era stato aggredito da un ungulato nel giardino di casa sua. Bruno Zerial era finito a Cattinara con serie lesioni alle gambe. Il suo cane Billi era rimasto ucciso. Un caso che aveva riaperto i riflettori sull’emergenza cinghiali nella provincia di Trieste. Un’emergenza che ha appunto spinto anche la Regione, più volte sollecitata in questo senso dall’Associazione agricoltori, a scendere in campo, annunciando l’intenzione di inserire nel nuovo Piano faunistico misure che prevedano l’incremento «della pressione venatoria». Intenzione che, tradotta, vuole dire una sola cosa: si procederà con l’abbattimento di un più ampio numero di ungulati. Su questo, Il Piccolo ha organizzato il proprio sondaggio via web. Il quesito: «Sei favorevole all’abbattimento e al controllo della proliferazione dei cinghiali?». Nel giro di 48 ore i voti hanno oltrepassato la soglia dei 3.200, mettendo in evidenza con l’esito finale una posizione condivisa dalla maggioranza che ritiene sostanzialmente indifferibile e fortemente necessaria un’azione decisa rispetto all’alto numero di esemplari presenti nella zona e ai rischi che tali presenze comportano per l’incolumità pubblica.
      «Il Piano faunistico regionale che sta per essere approvato - aveva spiegato pochi giorni fa l’assessore regionale Paolo Panontin - prevede per l’area limitrofa alla città di Trieste delle misure specifiche per il contenimento (del numero dei cinghiali, ndr), che consentiranno di incrementare la pressione venatoria. Al di fuori dei periodi previsti e delle aree cacciabili il controllo non può essere attuato mediante l’attività venatoria - aveva puntualizzato l’esponente della giunta Serracchiani - bensì esclusivamente attraverso l’adozione di deroghe da parte della Provincia, come prevede la legge». A proposito dell’emergenza cinghiali, la Regione è stata pesantemente attaccata dall’Associazione degli agricoltori: «Pensare che - aveva affermato Edi

      Bukavec, presidente dell’associazione di categoria -, per risolvere il problema, basterebbe ricorrere a una semplice soluzione: ridurre il numero di cinghiali sul territorio, ampliando le possibilità di caccia. Come associazione lo chiediamo da anni alla Regione che, però, non si è mai mossa».

      Fonte: ilpiccolo.gelocal.it/trieste