Wilderness Italia
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DA SAN ROSSORE AL GARGANO
Una polemica istruttiva sui Parchi... tra ambientalisti
DA UNA E-MAIL DIFFUSA TRA AMBIENTALISTI
(il cui autore è reso anonimo per questione di privacy)
Riporto di seguito una notizia clamorosa pubblicata sul sito del Parco Nazionale del Gargano (https://www.parcogargano.gov.it/serv...2.aspx?ID=2456). Ma il Ministero non vigila almeno sulle cose fondamentali che dovrebbero fare i parchi? Game Fair, organizzato dal Comitato nazionale caccia e natura (sic!) coinvolge un bacino potenziale di 57.000 visitatori (sono previsti oltre 100 eventi in 3 giorni). Il tutto in area parco, IBAN, attiguamente ad un SIC e con la benedizione del Presidente del Parco. A voi le tristi conclusioni ed eventuali azioni presso il Ministero.
Notizia pubblicata in data : martedì 24 giugno 2014
Questa mattina il Presidente Stefano Pecorella ha incontrato l'Amministrazione comunale di Vico del Gargano e gli organizzatori di “Game Fair”, la più grande festa campestre italiana, che si svolgerà nel fine settimana del 6 e 7 settembre 2014 nello splendido scenario di baia Calenella. L’area si trova a metà strada tra San Menaio (la marina di Vico del Gargano) e Peschici, note località turistiche del Gargano. L’edizione pugliese ricalcherà lo schema tradizionale del Game Fair: una festa campestre per gli appassionati e le loro famiglie. Saranno presenti tutte le realtà che hanno caratterizzato in questi 25 anni la manifestazione: dalle tradizioni venatorie alla cinofilia, dai cavalli ai percorsi enogastronomici, dal tiro a volo a tutte le discipline del tiro sportivo. Il tutto sulla riva dallo splendido mare del Gargano. Nato in Inghilterra nel 1950 a cura della “Country Landowners Association”, un’organizzazione di gentiluomini di campagna, con prevalenza di proprietari terrieri, intendeva in questo modo valorizzare quel tipo di cultura e tradizione, tra l’altro procurando di riunire periodicamente tutti gli amanti della caccia, dei cani, dei cavalli, della pesca e della vita in campagna. Una sorta di festa delle tradizioni venatorie e rurali in chiave aristocratica. Da allora la Manifestazione ha cambiato aspetto e contenuti (anche nella stessa Inghilterra). Attualmente la Manifestazione si è estesa dall’Inghilterra in Francia, Spagna, Stati Uniti e Italia. Nel nostro Paese arriva per ultima, ma trovando il terreno ideale per essere rivisitata in una veste nuova, con l’inserimento di elementi e tratti che sono propri della cultura e della tradizione che fanno riferimento alla vita rurale italiana.
INTERVENTO DI FULCO PRATESI
Oramai è sempre più un’alluvione di m....a sui Parchi. Non si sa più cosa inventare per mercificare e banalizzare i nostri più preziosi patrimoni. Aspettiamoci altre porcate.
Ma questa supera anche gli scout a San Rossore!
E' importante che tutte le associazioni ambientaliste, oggi riunite per contrastare le modifiche peggiorative dalla Legge sulle Aree Protette, si esprimano fortemente contro questa ennesima porcheria.
Altro che”gentiluomini di campagna” di cui al comunicato! Quelli che festeggerebbero all’interno del Parco del Gargano sono gli stessi che difendono la caccia ai piccoli uccelli, la vergogna degli uccellini da richiamo, le deroghe illegali ai calendari venatori, che diffondono i cinghiali distruggendo l’altra fauna, che entrano impuniti dei terreni altrui (grazie all'infame art, 842 de Codice Civile), che uccidono illegalmente quaglie con i richiami elettronici, che riempiono di uccelli sparati i Centri di Recupero Fauna selvatica, che si battono per poter nuovamente sparare a uccelli protetti dalla UE, dal fringuello alla peppola, dal combattente alla pittima.
Diamoci una mossa. Ma subito.
Fulco Pratesi
INTERVENTO DI FRANCO ZUNINO
Questa volta io non sono d’accordo, perché il parallelo è solo apparente, in quanto basato su di un presupposto errato: la presenza del vincolo di “Parco Nazionale” e non già un reale valore ambientale che lo dovrebbe giustificare. San Rossore è una proprietà dello Stato che, anche per questo, merita e meritava di essere dichiarata area protetta in toto, anche per il suo valore storico. L’area del Parco Nazionale del Gargano che potrebbe essere interessata al Game Fair è solo “legalmente” (e forse neanche tutta) inserita in un Parco con un atto d’imperio essendo in gran parte (se non tutta!) di proprietà privata, ma non meritava di esservi inserita. E’ questa una delle zone che secondo me e secondo l’associazione che rappresento, potrebbe e dovrebbe essere estromessa dal Parco in una politica di spending review che riduca le spese dei Parchi ma anche ripristini diritti inalienabili e democratici di proprietà che il Parco non ha mai acquisito; e ciò perché quell’area, se ha un innegabile valore paesaggistico (e magari anche naturalistico in qualche modesta parte), non possiede quel valore che un Parco Nazionale dovrebbe tutelare. Tali aree vanno protette solo per il loro aspetto paesaggistico; e per farlo non serve un Parco: nel caso in questione è come aver sparato ad un allodola con un cannone, mettendola sul piano venatorio che la proposta del Game Fair ispira!
In Italia i Parchi Nazionali si difendono prima di tutto limitando la loro estensione ai territori che veramente meritano di esserlo e possibilmente acquistando (o acquisendo) i terreni che meritano una tutela, ed il promontorio del Gargano lo merita, ma strettamente limitata al cuore del promontorio ed a tratti della sua sottostante costiera: tutto il resto, campagne e paesi, strade ed altre urbanizzazioni andrebbero estromesse dal Parco. E’ anche facendo così che si “pacificheranno” i nostri Parchi e li si farà amare e difendere anche da chi vi abita (che è poi la cosa più importante, se vogliamo che i vincoli siano rispettati). E i Parchi Nazionali del Meridione italiano sono un esempio di mega parchi politicizzati, ovvero mega proprio per meri interessi più politici che non ambientali (più sono grandi più incassano!).
Quindi, giusta la critica alla mercificazione che si sta facendo dei nostri Parchi, con autorità più sensibili al business che non alla protezione della Natura, ma non si faccia credere che i luoghi dell’ipotizzato Game Fair sia “Natura”, quando è in realtà solo “territorio impropriamente vincolato” e campagna agreste di quel mondo rurale che proprio il Game Fair rappresenta. E, quindi, forse la ragione sta più dalla loro parte che non dalla nostra. Ci si rivolga al classico “giudice a Berlino” e si abbia il coraggio di chiedere al Ministero dell’Ambiente di estromettere dal Parco quel territorio per palese inopportunità di averlo dichiarato Parco Nazionale!
Franco Zunino
NUOVO INTERVENTO DI FULCO PRATESI
Non credo vi possano essere paragoni tra i danni interessanti un Parco Regionale ( la Tenuta di San Rossore è stata donata dal Presidente Scalfaro alla Regione che ne è oggi proprietaria) e un Parco Nazionale, che è la più alta forma di tutela che la Nazione e l’Europa prevedano.
In secondo luogo, un convegno, anche se pletorico oltremisura, di un'associazione che ha tra i suoi fini anche la difesa della natura (ricordo ancora la Promessa dei Giovani Esploratori) è cosa ben diversa da un altrettanto affollato evento filovenatorio patrocinato dal Comitato Nazionale Caccia e Natura, dall’Associazione Armi di Confindustria, dalla rivista Armi e Tiro e da altri enti dichiaratamente contrari ad ogni forma di difesa della natura: basti pensare all'opposizione contro qualsiasi proposta di tutela territoriale che escluda le doppiette, alla lotta per la difesa della caccia ai piccoli uccelli, alla lobby in Parlamento contro il divieto di cattura degli uccelli da richiamo, alle manovre per ottenere leggi regionali tese ad ampliare la lista delle specie cacciabili e una stagione di caccia già esageratamente lunga. E infine la storica opposizione del mondo venatorio all’azione giuridica e politica tesa al’abolizione dell'articolo 842 del Codice Civile, che (cosa unica al mondo) autorizza ai soli cacciatori l’accesso ai terreni altrui.
Sono dell'avviso che la levata di scudi, da me sottoscritta e sostenuta contro l’assemblea Agesci nel Parco regionale Migliarino-San Rossore, dovrebbe essere ancor più energicamente rivolta contro questo nuovo inaccettabile aggressione a uno dei più bei Parchi Nazionali d’Italia. Con buona pace di Wilderness Italia.
Fulco Pratesi
NUOVO INTERVENTO DI FRANCO ZUNINO
Non si tratta di sigle (Parco Regionale o Parco Nazionale), ma di vincoli da essi rappresentati, e della proprietà dei suoli: un Parco VERO è solo quello che ha la disponibilità pubblica dei suoli. Gli altri sono solo vincoli imposti d’autorità ed assolutamente non democratici (ancorché avallati dall’Europa!).
TUTTI i suoli dei Parchi ed altre aree protette degli USA (la nazione “madre” dell'Idea) appartengono alla Federazione o agli Stati. E se un Parco viene istituito su suoli privati, le leggi prevedono: uno, lo stanziamento immediato dei soldi per acquistare i terreni; due, il diritto di prelazione qualora il proprietario desideri vendere i terreni; tre, la garanzia di proprietà ed utilizzo delle risorse a chi li possiede, salvo, ma solo in alcuni casi, il rispetto di norme urbanistiche.
Quello che è diverso, è il DOVE si tengono i raduni: e il DOVE va inteso come territorio che abbia una valenza naturalistica, altrimenti il fatto che vi sia su di esso una sigla imposta per legge (“Parco”, appunto) non significa nulla dal punto di vista della conservazione del bene Natura.
In molti, se non in quasi tutti, i Parchi del mondo esiste una qualche possibilità di praticarvi la caccia; specie quando sono le stesse popolazioni faunistiche a richiederlo per eccesso di crescita e per impatto negativo su altre specie o risorse naturali.
Da discutere, e su questo posso essere d’accordo, è il fatto del diritto dei cacciatori ad entrare nelle proprietà private. Ma ricordo che questo scaturisce dal fatto dell’eccessiva frazionalità delle proprietà terriere, per cui un divieto di accesso ai cacciatori impedirebbe il diritto di praticare la caccia a quei cittadini che lo desiderano e che pagano una tassa per farlo.
Noi sosterremo la battaglia per San Rossore, ma non quella per il Parco del Gargano, del quale chiediamo una riduzione della sua estensione, così come per tutti gli altri Parchi Nazionali del Meridione; cosa che è già stata fatta almeno per il Parco del Cilento. Senza per questo sostenere una distruzione dei valori ambientali dei territori esclusi, ma richiedendo per essi solo forme diverse di tutela che rispettino i diritti democratici e liberali dei proprietari dei suoli. Con buona pace del WWF Italia, che purtroppo, grazie alla politica italiana, continuerà la sua politica di sostegno ai vincoli impositivi sulle aree protette (quindi mantenendo vive quelle diatribe che per alcuni Parchi storici durano ormai da 100 anni!).
Franco Zunino
Murialdo, 25 Luglio 2014
Franco Zunino
Segretario Generale Associazione Italiana Wilderness