Sicilia, lettera aperta ai deputati regionali
Lettera aperta a tutti i Deputati Regionali OGGETTO: MODIFICHE ALLA L.R. 33/1997 SULLA CACCIA
On.li Deputati, le scriventi Associazioni Venatorie, Vi pregano di prestare la massima attenzione su ciò che l’Assemblea Regionale Siciliana sarà chiamata a discutere e decidere per il futuro della caccia in Sicilia nella prossima seduta di martedì 26 luglio. Da anni chiediamo all’Assessorato per le politiche Agricole di adeguare le disposizioni amministrative e di regolamentazione dell’attività venatoria alle numerose modifiche intervenute nella legislazione italiana e comunitaria.
Da anni chiediamo all’Assessorato per le politiche Agricole un Piano Regionale Faunistico Venatorio (strumento indispensabile per la disciplina della caccia) nel rispetto delle norme di protezione ambientale (Valutazione di Incidenza, Valutazione Ambientale Strategica).
Da anni, purtroppo, l’Assessorato per le politiche Agricole è sordo alle nostre richieste e così consente che un Giudice Amministrativo puntualmente (e giustamente) censuri i provvedimenti amministrativi in tema di caccia.
La Sicilia, in tal modo, ha conquistato diversi primati: è l’unica Regione d’Italia dove per andare a caccia in una stagione occorrono sette-otto decreti assessoriali, dove le SIC e le ZPS sono chiuse alla caccia, e grazie a tale primato vi sono province (quali Catania, Messina e Palermo) dove il territorio precluso all’attività venatoria supera il 30 o 45% della superficie agro-silvo-pastorale.
Da questa singolare supremazia scaturisce l’enorme esborso di somme per i danni provocati dalla fauna alla produzione agricola e, ovviamente, il tracollo finanziario per le attività economiche legate al settore venatorio, con le intuibili ricadute negative per l’economia e le finanze siciliane.
Per l’Erario i cacciatori rappresentano circa sette milioni di euro esigibili in un paio di settimane, senza contare la contribuzione indiretta (IRAP) derivante dall’indotto. Ci si aspettava che un’Amministrazione reiteratamente bastonata dalla Giustizia amministrativa si sarebbe attrezzata per varare, in tempo, il prossimo Piano Regionale (2011- 2016), nel rispetto rigoroso della legge. Ed invece, ancora una volta, l’Assessorato alle Risorse Agricole non è stato capace di emanare, nei tempi di legge, un provvedimento degno di tale nome, ritardando (o addirittura omettendo) le procedure di valutazione ambientale, sbagliando i calcoli della superficie agro- silvo-pastorale protetta, trovandosi invischiato in dubbi amletici a poco più di un mese dalla canonica apertura della stagione venatoria.
Ci eravamo rassegnati ad una stagione di silenzio venatorio, quando un gruppo di Deputati regionali bipartisan – che non finiremo mai di ringraziare – si è fatto carico di intervenire con una soluzione ponte, che consentisse per la stagione 2011/2012 l’esercizio dignitoso dell’attività venatoria nel rispetto della legislazione ambientale, nazionale e comunitaria. Ci aspettavamo che tale soluzione (trasfusa in un disegno di legge, il 740/A, che andrà in discussione il prossimo 26 luglio) venisse appoggiata dal Governo, ed invece, del tutto inspiegabilmente, proprio dall’Esecutivo sono stati proposti alcuni emendamenti che stravolgono il senso di quella proposta legislativa e vanificano gli sforzi di quei volontari.
Ci siamo chiesti a lungo il perché di tale boicottaggio e finalmente lo abbiamo compreso. La bozza del Piano Regionale predisposta dall’Assessorato all’Agricoltura, applicando ed interpretando malamente i principi dettati dalla L. 157/1992, persino in spregio ad una chiarissima sentenza della Corte Costituzionale (sentenza 448/1997), ha calcolato erroneamente la superficie agrosilvopastorale delle province regionali, sancendo che solo una su nove raggiunge la percentuale minima del 25% di territorio protetto stabilita dalla L.R. 33/1997.
Il calcolo, come detto, è certamente viziato, siccome siamo certi che almeno tre province (Catania, Messina e Palermo) sono ben al di sopra del 30%; in ogni caso, prendendo per buoni i calcoli del redattore, ai Funzionari dell’Assessorato è balenata un’idea geniale: per riuscire ad approvare il piano, occorre modificare la L.R. 33/1997 per diminuire la superficie minima di territorio protetto (dal 25 al 20%), da computarsi a livello ragionale. Tuttavia, poiché – sempre secondo i calcoli del redattore – la media tra tutte le province regionali non arriva comunque a raggiungere il 20%, secondo i Funzionari dell’Assessorato occorrerebbe chiudere la caccia in tutti i SIC e le ZPS, il cui territorio consentirebbe di “agguantare” un “ragguardevole” 22,5%. E così, approfittando del d.d.l. proposto dai volenterosi deputati di cui abbiamo detto sopra, il Governo ha inserito un emendamento in tal senso, che consentirebbe di esitare a tutti i costi la bozza (o meglio sarebbe dire, l’aborto) di Piano Regionale 2011/2016. Noi non ci stiamo! Gli errori grossolani commessi dal redattore del Piano ed avallati dai Funzionari non si possono rimediare con un pastrocchio legislativo.
Per effetto di tale pastrocchio (e quindi della chiusura totale di SIC e ZPS) il territorio protetto delle Province di Catania, Messina e Palermo supererebbe il 30-45%, con effetti devastanti sull’ambiente nella misura in cui determinerebbe un’altissima pressione venatoria nei residui territori degli ambiti di caccia. Non solo: tale soluzione consentirebbe di esitare un Piano assolutamente iniquo ed illegittimo, i cui effetti si produrrebbero per cinque lunghissimi anni. Sappiate che gli emendamenti proposti dal Governo sono contrastati dall’intero popolo dei cacciatori (e, ci risulta, anche da una consistente parte degli ambientalisti), mentre è più logico e doveroso rintracciare una soluzione “ponte” che consenta l’esercizio dell’attività venatoria sulla scorta di indicazioni precise e rispettose dei dettami legislativi, dando il tempo all’Amministrazione di approntare strumenti amministrativi più validi e frutto di ampia condivisione.
Vi chiediamo di opporVi a qualsiasi “leggina” che abbia, quale unico scopo, quello di “salvare” il discutibile operato di chi è pagato fior di quattrini per occuparsi di qualcosa di cui, in questi anni, ha chiaramente dimostrato di non sapersi occupare. Vi chiediamo di fare le leggi nell’interesse dei molti e non di qualcuno. Grazie per l’attenzione e cordiali saluti.
Ass. Sic. Caccia e Natura dott. Francesco Lo Cascio
Ass. Naz. Libera Caccia Salvatore Scalia
Caccia Pesca Ambiente Vincenzo Nizza
Consiglio Siciliano Michele Pizzuto
Ass. Naz. Enal Caccia Avv. Giuseppe Evola