Coturnici sbagliano «atterraggio» In otto muoiono annegate nel lago Moro
Foppolo – C’è un giallo che sta appassionando cacciatori e naturalisti della Valle Brembana, da quando si è saputo che sabato scorso un pescatore ha visto atterrare nel bel mezzo del lago Moro, in comune di Foppolo, un’intera brigata di coturnici alpine. Erano otto gli esemplari di questo splendido galliforme alpino che, nella nebbiosa mattinata di sabato, hanno scambiato lo specchio lacustre per un pascolo o uno sfasciume di rocce. Il lago Moro si trova infatti a 2.150 metri sul livello del mare e i pascoli circostanti sono abitati da marmotte, camosci e appunto coturnici. Queste ultime sono pernici che vivono in alta quota.
Una volta numerosissime nella nostre vallate, hanno subìto una lenta e inesorabile contrazione dovuta all’abbandono degli alpeggi e dei prati alpini ai quali sono strettamente legate per la loro particolare ecologia, che spinge questi uccelli terricoli a disdegnare il bosco e ad alimentarsi e riprodursi esclusivamente in ambienti aperti d’alta quota. Il pescatore, accertato che gli uccelli che si erano tuffati nel lago non erano anatidi, visto che in breve tempo sono annegati, ha subito avvisato il vicesindaco di Foppolo Fulvio Berera, il quale ha immediatamente allertato la sala operativa del Corpo di polizia provinciale, intervenuta con una pattuglia.
«Abbiamo recuperato cinque esemplari di coturnice annegati nel lago Moro – ha spiegato il sottufficiale Giambattista Albani Rocchetti –: si tratta di quattro giovani coturnici dell’anno e una femmina adulta, verosimilmente la chioccia. Il fatto è inedito, in quanto non si è mai avuta notizia di questi galliformi alpini tuffati in un lago. Il particolarissimo evento può essere spiegato solo con l’illusione ottica creata dalla nebbia che ha indotto la chioccia ad atterrare nel lago scambiato per un prato, trascinando con sé l’intera brigata al seguito».
Di segno opposto il parere dei cacciatori: «È impossibile che delle coturnici alpine veramente selvatiche decidano di atterrare in un lago – sostiene Gianfranco Fustinoni, presidente dei cacciatori di Sedrina –: è scritta nel loro Dna la differenza tra una rimessa nei mughi e nei rododendri e uno specchio d’acqua. Anche in condizioni di nebbia più fitta non possono sbagliare, a meno che questi esemplari siano esemplari d’allevamento inopportunamente liberati a quella quota da qualche sconsiderato». Quale delle due ipotesi è la più credibile? Ce ne sono delle altre? Una prima risposta sarà fornita dall’attento esame anatomico e forse anche genetico degli esemplari recuperati, a ogni buon conto un evento simile è stato registrato dagli zoologi americani, allorquando in presenza di nebbia stormi di oche che volano a bassa quota di notte, hanno scambiato autostrade illuminate per il corso di un fiume.
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