8 - 9 - 10 Maggio 2009, Latina è stata la capitale degli alpini Italiani, infatti, come tutte le seconde domeniche di Maggio di ogni anno, da 82 anni a questa parte, si è tenuta l'82esima Adunata Nazionale Alpini.
Il capoluogo pontino ha ospitato circa 300.000 alpini giunti da tutta l’Italia e non solo, erano presenti anche le nostre sezioni estere, con anche il concomitante festeggiamento dei 90 anni dalla nascita dell’ANA, infatti, al termine del primo conflitto mondiale un gruppo di reduci decisero di costituire l’Associazione Nazionale Alpini (era l'8 luglio 1919).
Per la verità, già dal weekend precedente, agevolato dal ponte del 1° Maggio, si riuscivano a vedere le prime penne nere arrivate in città, quindi il loro caratteristico cappello che li rende riconoscibili in tutto il mondo.
Latina è stata tirata a lucido per accogliere al meglio tutte le persone che avrebbero partecipato a questo evento (il più importate evento organizzato a Latina da che mi ricordo io, e forse il più grande in assoluto dalla nascita della città).
Come dicevo in precedenza, già il fine settimana precedente dava i primi segni di cosa sarebbe accaduto per il resto dell’intera settimana, una grandissima festa, con tantissima gente arrivata qui per far capire a tutti che gli alpini ci sono sempre e sono sempre pronti ad aiutare chi è in difficoltà, senza secondi fini.
Devo confessare però, che io ero molto scettico su questa manifestazione, ma è bastato solo un attimo per farmi ricredere, il loro spirito di partecipazione e abnegazione lo si respirava nell’aria, e nessuno, penso, abbia potuto fare a meno di sentirsi partecipe di questa grande famiglia che ogni anno si riunisce per ricordare a tutti quei valori che hanno permesso all’Italia di sentirsi un Paese unico e indivisibile.
Molti potranno pensare che Latina non abbia nulla a che vedere con gli alpini, visto la sua posizione geografica (a 4-5 chilometri dal mar Tirreno), ma in verità Latina (ex Littoria dal 1932 al 1946) è nata dall’incessante lavoro di bonifica delle paludi dell’agro pontino, proprio di molti alpini giunti qui in gran numero dal Veneto, dal Trentino Alto Adige e dall’Emilia Romagna, molti dei quali ha poi deciso di vivere in questo bellissimo posto, sconfiggendo le paludi e la terribile malaria che affliggeva l’agro pontino e che era ancora causa di molti decessi.
E così eccoli di nuovo qui, 77 anni dopo, festeggiare il loro corpo, ricordando tutti gli alpini caduti in guerra per difendere il tricolore dagli stranieri che intendevano occuparlo.
Come dicevo si respirava un’aria nuova e un clima che mai avevo sentito, neanche quando abbiamo vinto gli ultimi mondiali di calcio di Germania nel 2006, l’organizzazione prevedeva la chiusura al traffico del centro storico della città nei giorni della manifestazione, e molti (compreso me) hanno storto il naso leggendo questa misura presa dall’amministrazione comunale, ma più passavano i giorni, e più penne nere si vedevano lungo le strade della città, e non solo, anche nei dintorni di Latina erano presenti, specialmente nei Borghi che con i loro nomi ricordano posti importanti proprio del Veneto e del Trentino Alto Adige (Borgo Sabotino, Borgo Grappa, Borgo Piave solo per citarne qualcuno), e questo ha fatto si che si fraternizzasse con tutti.
Tornado alla chiusura del centro storico, ci sono entrato per la prima volta nella settimana, venerdì sera, dopo una cena a cui eravamo stati invitati proprio da un gruppo di alpini di un paese in provincia di Treviso chiamato proprio Paese, che si erano accampati a fianco di un capannone della nostra azienda, cena consumata sotto la loro tenda, preparata direttamente da loro, tutto condito con del buonissimo vino rosso e l’immancabile grappino al temine della cena. Avevano un’Ape Piaggio modificata nel cassone posteriore con due panche e un tavolo, salgono su e tutti in centro a festeggiare, due salgono sul “paraurti posteriore” danno un paio di scossoni, e l’Ape si mette su due ruote (quelle posteriori) con quella anteriore che guardava le stelle, entriamo a Latina, una cosa impressionante, erano tutti con i cappelli e la penne nere, e più ci avvicinavamo al centro e più se ne incontravano. Una cosa mai vista, tutti i giardinetti erano invase dalle tende, tutti i parcheggi erano occuparti da camper e tende, tutta Latina era invasa dagli alpini, un’invasione pacifica e festosa, e da quel momento in poi tutta la mia diffidenza nei confronti degli organizzatori per aver voluto ospitare questo evento è scomparsa in baleno, una città che sembrava essere un’altra città, dove tutti si salutavano come succede solo nei piccoli paesini con poche persone e dove si aveva piacere nel trovarsi in mezzo alla mischia.